(Articolo in collaborazione con FIBA)
16 squadre dai cinque continenti, quattro gironi, due qualificate e poi il solito, inesorabile tabellone a eliminazione diretta che conduce alla finale del 7 luglio. La cornice è un luogo di miti e leggende, l’isola di Creta – la città di Heraklion, per la precisione – e chissà che dal 29 giugno gli dei greci non scendano ad assistere alla battaglia per il titolo mondiale U19. C’è anche una nuova coppa realizzata per i vincitori, una coppia di trofei – la “sorella” è quella destinata alle campionesse femminili – che raffigura un pallone da basket come una stella nascente. Queste sono le quattro squadre in pole position per la vittoria.
CANADA
I campioni in carica, non potevamo non partire da loro. Due anni fa, nell’edizione dei Mondiali U19 disputata a Il Cairo, in Egitto, i canadesi superarono gli Stati Uniti in una semifinale dai contorni storici, e poi conquistarono il titolo battendo l’Italia, giunta a sorpresa fino all’ultimo atto del torneo. Lo speaker dell’arena annunciava: “è il momento più importante di sempre per il basket canadese”. Oggi i tifosi dei Toronto Raptors, freschi del loro primo titolo NBA (nonché primo alloro della lega professionistica nordamericana vinto da una franchigia canadese), potrebbero avere qualcosa da obiettare, ma è innegabile che il processo che ha portato all’anello la squadra allenata da Nick Nurse sia passato anche per i Mondiali FIBA U19 de Il Cairo. Che il Canada stia scoprendo l’amore per la pallacanestro, fin nei suoi territori più remoti e settentrionali, non è una novità. Tornando indietro di qualche anno c’è Steve Nash, oggi autentico ambasciatore per la causa, e dopo di lui tanto, tanto talento che è confluito nei ranghi della NBA, talvolta anche tramite prime scelte al draft. Se la nazionale maggiore può contare sui servizi di Andrew Wiggins, Jamal Murray e Tristan Thompson, la selezione giovanile aveva un RJ Barrett che in Egitto scollinava spesso e volentieri sopra i 30 punti. Parliamo al passato, perché pur restando eleggibile stavolta Barrett non sarà della partita, impegnato a preparsi per la sua prima stagione da professionista coi New York Knicks. Quali sono allora i punti forti del roster di coach Dan Vanhooren? Su tutti AJ Lawson, a cui verrà richiesto di mettere punti a referto, ma anche Charles Bediako e Matthew-Alexander Moncrieffe. Qualche goccia in meno di potenziale, forse, ma la differenza la faranno coesione e determinazione. Con Lettonia e Australia, insieme all’agguerittissimo ma inesperto Mali, il girone B presenterà già dei confronti intriganti.
USA
Per coach Bruce Weber la parola d’ordine è “redenzione”. Due anni fa, in Egitto, gli Stati Uniti si trovarono sulla faccia sbagliata della medaglia, perché la vittoria del Canada rappresentò un risultato storico in due sensi. Fallendo nel centrare la finale, i ragazzi a stelle e strisce chiusero una striscia di vittorie consecutive che si era spinta fino al numero 23 – una sconfitta con la Russia, nel 2011. Ma gli States sono titolari anche di un altro primato. Sono apparsi in tutte e quattordici le edizioni dei Mondiali U19, e ogni volta non si aspettano niente di meno della vittoria.
RJ Hampton, Evan Mobley, Jalen Green: questi i nomi di maggiore richiamo nel roster, ma coach Weber ha costruito un organico compatto, fatto per resistere senza sforzo a sei partite in fila. Il girone A non dovrebbe rallentare di troppo il cammino, l’ultima partita col Senegal sarà verosimilmente morbida, ma la Lituania è un’altra pretendente al podio e la Nuova Zelanda viene da una prestazione impressionante negli ultimi campionati asiatici.
Dopodiché, si cercherà vendetta contro il Canada – consumata già in parte nel 2018, quando gli USA sono tornati a conquistare il campionato americano U18, il quinto consecutivo, regolando i canadesi per 113-74.
SERBIA
Parlando di campioni continentali, la Serbia U19 del duo Petrusev-Pecarski, più massiccio che dinamico, è campione d’Europa in carica. La nazionale maggiore vive un momento d’oro sotto la guida di Sasha Djordjevic e la selezione giovanile versione 2019 ha a disposizione gli strumenti giusti per andare a medaglia. Un roster profondo, che comprende anche Zoran Paunovic e Luka Cerovina, potrebbe essere la chiave per l’oro. L’ultima – e unica – volta dei Serbi fu nel 2007, uno squadrone che annoverava Miroslav Raduljica, Milan Maçvan e Boban Marjanovic.
Quest’anno la Serbia è inserita nel girone D che ha in programma un confronto con la Francia, già conosciuta e battuta nelle semifinali europee del 2018. Prima di allora, per non rischiare, la Serbia dovrà assicurarsi la vittoria contro Cina e Porto Rico.
FRANCIA
La Francia cestistica sprizza talento da tutti i pori, ma la sua natura aperta, multiculturale, contempla anche il rischio che questo talento si disperda. Ne sa qualcosa anche la nazionale maggiore, che rispetto a compagini più regolari come Serbia, Russia o Spagna vive sempre con l’imbarazzo della scelta il momento delle convocazioni, tra giocatori locali e fenomeni NBA. Eterna contender per i maggiori titoli mondiali, la Francia pecca forse nella continuità del progetto: un problema che sembra riflettersi anche nel settore giovanile che per ora non ha raccolto quanto di buono ha seminato – ad esempio con la generazione del 1998, capitanata da Killian Tillie, fermatasi all’ottavo posto nei Mondiali FIBA U19 del 2017.
Il terzo posto degli Europei 2018, però, strappato alla Russia grazie ai 22 punti di Joel Ayayi, fa ben sperare; coach Crapez ha deciso che la squadra vincente non si cambia, e ha mantenuto nove elementi di quella spedizione per ripetere l’assalto alla medaglia anche in Grecia, complice magari un passo falso di USA o Canada. Ma attenzione al girone D, che potrebbe trasformarsi in un braccio di ferro con la Serbia.