Final Eight 2020: le pagelle

Al termine di questa indimenticabile tre giorni pesarese di Final Eight è già tempo di bilanci. Ci siamo divertiti a dare le nostre prime, immancabili, impressioni espresse sotto forma di “pagella”.
Partiamo con le squadre, dalla migliore alla peggiore. Tra parentesi troverete la testa di serie con cui si sono qualificate.

UMANA REYER VENEZIA (8): VOTO 10. La squadra di Walter De Raffaele si presenta alla Coppa agguantando in extremis l’ultimo posto disponibile, complice un avvio di stagione che l’ha vista concentrata soprattutto in ottica europea (dove va ricordato ha terminato prima il girone mettendosi alle spalle corazzate come Kazan e Partizan). Elimina la testa di serie numero 1 Virtus Bologna nei quarti di finale e l’Olimpia Milano in semifinale. In pratica le due favorite. E nella finale contro Brindisi mostra tutta la sua capacità di arginare i punti di forza avversari costringendoli al proprio basket, ai propri ritmi, e lasciando in pratica solo le briciole. Solida, lunga ed esperta, guidata da un coach attento e meticoloso che si sta togliendo tante soddisfazioni. Come ha detto qualcuno, “ci siamo dimenticati troppo in fretta che hanno lo scudetto cucito sul petto, e che da loro gioca Austin Daye”.
Dal 2016: 2 scudetti, 1 FIBA Europe Cup, 1 Coppa Italia. CAMPIONI.

HAPPY CASA BRINDISI (7): VOTO 9,5. La squadra di Vitucci si è ripresentata alle Final Eight di Pesaro con la faccia di chi ha un conto in sospeso da regolare, e quel conto si chiama “Finale 2019”, persa contro la Vanoli Cremona. L’ostacolo iniziale pare però insormontabile, e stiamo parlando della Dinamo Sassari seconda in campionato. Ne esce forse la partita più bella della rassegna per intensità e giocate. La spuntano i pugliesi anche grazie ai 37 leggendari di Adrian “money in the bank” Banks (record della manifestazione). In semifinale si divorano letteralmente una già appagata e troppo scarica Fortitudo Bologna regalando spettacolo ed emozioni a tutti i presenti, ed essendo nella notte di Nba All-Star Saturday, non possono mancare schiacciate che sono ancora li da rivedere. In finale pagano un inizio col freno a mano tirato e non completano la missione, ma la rassegna resta di altissimo livello. ESPLOSIVI.

FORTITUDO BOLOGNA (6): VOTO 7,5. La squadra di Antimo si affacciava a questa manifestazione già etichettata come la Cenerentola per antonomasia che da neo promossa aveva già compiuto il proprio miracolo stagionale qualificandosi con un organico “vecchio” per quanto esperto, e non adatto ad una tre giorni cosi intensa. E invece…. scalpo alla terza forza del campionato Germani Brescia, accesso alla semifinale ed esplosione del popolo bianco-blu accorso da Bologna (oltre 3000 tifosi). Nulla può contro lo strapotere fisico dei brindisini al turno successivo, ma applausi meritati. REDIVIVI.

VANOLI CREMONA (5): VOTO 5. La detentrice della Final Eight in carica esordiva dovendo affrontare quella Olimpia Milano con cui solamente pochi giorni prima aveva lottato fino all’ultimo possesso in campionato al Forum di Milano cedendo solamente per mano della “tripla” di Micov a fil di sirena. La squadra di Sacchetti non riesce però a entrare con la stessa determinazione in campo, e dopo pochi minuti la gara è sostanzialmente già chiusa con il divario che recita un passivo di venti punti. Forse sarebbe stato lecito attendersi di più, ma essere arrivati sin qui con un avvio di stagione che dopo poche giornate li vedeva piazzati in zona retrocessione, compensa una partita in cui non sono sembrati mai in grado di competere senza incappare in un voto troppo negativo. APPAGATI.

GERMANI BRESCIA (3): VOTO 5,5. Arrivati alle Final Eight con il terzo gradino del podio in campionato, e con avversaria la Fortitudo Bologna data già per sconfitta da tutti, gli uomini di Vincenzo Esposito prendono forse un po’ troppo sotto gamba la sfida con i “vecchietti” bolognesi, e la lezione che subiscono è inesorabile quanto puntuale.
Il voto vuole esser una media comunque con tutta la stagione, dove sono ancora in corsa in top 16 di Eurocup oltre ad esser stabilmente nei piani alti della classifica in campionato. DISTRATTI.

DINAMO SASSARI (2): VOTO 5,5. Francamente, la Dinamo Sassari versione Gianmarco Pozzecco sta facendo bene e non da quest’anno. Dal trofeo della Fiba Europe Cup e la finale scudetto di giugno con Venezia in tanti aspettavano al famoso varco la squadra sarda. E invece, il sodalizio di Sardara si conferma secondo in campionato e unica a reggere il passo della Virtus Bologna, secondi in Champions League e squadra in salute. Purtroppo la pallacanestro non prevede pareggio, e l’epica sfida con Brindisi vede trionfare questa volta i pugliesi, semplicemente più bravi come sottolineato dallo stesso e più maturo coach Gianmarco Pozzecco. Era però lecito attendersi molto di più, in fin dei conti, come per tutte le “grandi”. Anche perchè ormai, su questa Dinamo, le aspettative sono sempre alte. STANCHI.

VIRTUS BOLOGNA (1): VOTO 4/5. Un punticino in più rispetto all’Olimpia Milano grazie ad una minore esperienza frutto dall’esser ritornati in massima serie da soli due anni. Ma il voto è anche dettato da un preoccupante calo mentale e fisico che si ripresenta nelle gare con più alto tasso di tensione. E se hai Teodosic, se dichiaratamente punti all’Eurolega, e se ti presenti a questi quarti di finale come “ammazza campionato”, era lecito attendersi qualcosa di più. RIMANDATA.

OLIMPIA MILANO (4): VOTO 4. La squadra milanese non ha scusanti. E non c’entrano la pressione, le troppe aspettative o le gare ravvicinate. A Pesaro col roster al completo ad eccezione del solo Gudaitis, senza doppio impegno infrasettimanale e con la panchina più lunga a disposizione, il risultato possibile era uno solo. Domina come prevedibile con la Vanoli Cremona ai quarti di finale, inizia bene con Venezia nel primo quarto, ma dal secondo in avanti è buio pesto in campo.  Alla prima vera occasione per dimostrare la propria superiorità (sulla carta), fallisce senza neanche arrivare in finale. Stanchi? Mercato sbagliato? Messina va atteso venendo da anni lontano dal ruolo di head coach? Come sempre tireremo le somme a fine stagione, e se serve a fine ciclo. Ma per il momento, il 4 è sacrosanto. BOCCIATA.

LA SCHIACCIATA DI JOHN BROWN III: VOTO 10. Il poster a una mano in semifinale contro la Fortitudo sul pick and roll con Thompson avrebbe fatto arrivare Aaron Gordon terzo nella gara delle schiacciate di Chicago.

IL PUBBLICO DI PESARO: VOTO 10. Oltre 5 mila spettatori di media al giovedi e venerdi, 10mila nelle giornate di sabato e domenica. 3000 da Bologna, 4000 da Brindisi. Che dire, uno spettacolo nello spettacolo.

LA VITIFRIGO ARENA: VOTO 10. Ammettiamolo, lo abbiamo pensato tutti vedendo lo spettacolo unico dell’arena colma, colorata, rumorosa: dal prossimo anno (a meno di miracoli) non la vedremo più in serie A. Speriamo a questo punto, di rivederla per la prossime Final Eight. Ai livelli dell’Eurolega come struttura.

LE DIVISE DI MILANO: VOTO 10. Erano belle in foto, bellissime da vedere in partita. Il tributo a Kobe Bryant e sua figlia “Gigi” il più bel ricordo a mani basse lasciato dalla squadra milanese in questa tre giorni.

I TIFOSI DI BRINDISI E LA FOSSA: VOTO 10. Le due tifoserie più passionali e rumorose della rassegna. La Fossa incita i suoi beniamini anche sul -33 e fino alla sirena della semifinale, Brindisi porta un pezzo di Puglia in trasferta e incanta per cori e coreografia. Stupende entrambe.

DAVIDE CASARIN: VOTO 10. L’enfant prodige figlio d’arte di casa Reyer colleziona ben due trofei nella stessa giornata, giocando da protagonista la finale di Next Gen Cup contro Reggio Emilia con la sua under 18, e trionfando in prima squadra poco dopo, a testimonianza del lavoro e della lungimiranza in casa Reyer.

STEFANO TONUT: VOTO 10. Miglior difensore e miglior italiano della Coppa. Non fosse stata per la capacità di Daye di mettere praticamente ogni tiro decisivo ai quarti, alle semifinali e in Finale sarebbe stato meritatamente l’MVP di Coppa. In forte ascesa sul piano tecnico e caratteriale, è uno dei leader emotivi della Reyer campione. E ora ce lo godiamo in Nazionale.

ADRIAN BANKS E AUSTIN DAYE: VOTO 10. Tutti si aspettavano Rodriguez, Scola e Teodosic, ma questi due giocatori sono stati un piacere vero e proprio per ogni appassionato di pallacanestro: determinazione, classe, tecnica, cuore. Purtroppo poteva vincere solo uno dei due. (Anche) a loro, vanno i nostri ringraziamenti.

E infine…
Final Eight: VOTO 9,5. Non diamo 10 solo perchè il “si può sempre fare meglio” deve essere di sprono a non accententarsi. Ma questa è stato di assoluto livello e non è mancato proprio nulla: imprevedibile, giocata in un’arena sempre piena e gestita meravigliosamente, partite combattute, tese, di alto tasso tecnico. Coreografia di livello, tributo a Kobe toccante, ogni inno spettacolare per organizzazione.
A questo punto, non resta che salutarci e dare a tutti appuntamento al prossimo anno.
Dove? Alla Vitifrigo Arena di Pesaro (si spera).

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