Gabriele Procida in schiacciata
Gabriele Procida in schiacciata in Cantù-Varese del 2021 (Ciamillo-Castoria/Claudio Degaspari)

Gabriele Procida Capitale

Gabriele Procida è uno dei talenti più calamitanti del panorama cestistico nostrano. Sul parquet sprigiona cultura, un po' come l'omonima isola.

Per molti è una bellissima consuetudine, persino un espediente per verificare lo scorrere inesorabile del tempo, la coordinata più crudele e fugace che delinea le nostre vite. La Cerimonia degli Oscar è una X sul calendario, per gli amanti del cinema e non. Un’occasione da once in a lifetime per alcuni, un cerimoniale abituale per altri. Nei primi, non può che essere annoverato anche il sesto ed ultimogenito di Elena Adinolfi e Alfredo Troisi. Di nome fa Massimo e conquisterà le platee, nonostante la sua valvola mitrale gli avesse lanciato messaggi malauguranti fin dalla giovane età.

La serata che illustra la vita dell’attore partenopeo come il petalo più luminoso nell’Iris di Vincent Van Gogh giunge a poche miglia dal Getty Center di Los Angeles. Lì, proprio dove ora è conservato uno dei tanti testamenti floreali dell’artista olandese. È il 25 marzo 1996 ed al Dorothy Chandler Pavilion riecheggia il nome di Massimo in una delle cinque candidature come miglior attore protagonista, con la sua interpretazione ne “Il postino”. Candidato come miglior film, “Il postino” è il lascito cinematografico prima della sua morte nel sonno, a poche ore dal termine delle riprese. Trionferanno Nicolas Cage in “Via da Las Vegas” e la coscienza scozzese risvegliatasi grazie a “Braveheart“. Eppure, i colori di Procida rimarranno impressi alla platea losangelina ed al New York Times. Il quotidiano infatti lo inserirà tra i 1000 migliori film della breve ma decisamente intensa storia del cinema. Ecco, Procida.

Succede che in un anonimo 18 gennaio 2021 arrivi una notizia tanto insperata quanto lieta. Questa piccola isola del Mar Tirreno, patrimonio inestimabile, viene nominata Capitale italiana della Cultura per il 2022. Viene premiato un piano ricco di 44 progetti culturali, 330 giorni di programmazione, 240 artisti, 40 opere originali, 8 spazi culturali rigenerati e ben 5 sezioni tramite cui differenziare le iniziative, mantenendo l’eterogeneità dei sapori, delle suggestioni e delle vibrazioni che si provano a queste latitudini.

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L’Isola di Procida, Capitale italiana della Cultura 2022 (Vivere in Infradito)

Un vanto smisurato, l’orgoglio di poter avere quell’appellativo. La possibilità di poter affiancare una – la – Città Eterna con la C maiuscola, senza necessariamente essere Caput Mundi. Un privilegio da sfoggiare ai posteri, un’assegnazione a cui potrebbe seguire un exploit economico-turistico. Dal momento in cui è arrivato l’annuncio sono spuntati fior fior di approfondimenti in ogni angolo del web, proprio per catturare l’onda più alta con la tavola di Procida. Se si cerca il nome dell’isola sui principali motori di ricerca, le pagine su questo cassetto nel quale è racchiusa una moltitudine di sogni rimandano comprensibilmente al locus amoenus immerso nel mare, ma a poche miglia dalla terraferma. Non è detto che quest’assioma venga rispettato nel futuro prossimo, però.

3/3

Capiterà che ad una ricerca “procida” su Google, l’isola perverrà qualche posizione più in basso rispetto ai risultati in evidenza. Potreste essere alla caccia di una settimana a spasso per il litorale campano, con qualche giorno tra Ischia e la sorella minore, ma le vostre aspettative saranno disilluse. Al posto della scala cromatica nel Tirreno, spunterà un ragazzone di 2 metri per circa 80 chilogrammi. La carta d’identità dice Como, la dove l’acqua dolce si trova più a suo agio, ma le origini pervengono da Agropoli. Una città non distante dall’omonima Capitale: Gabriele Procida.

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Gabriele Procida contro Varese 2021 (Ciamillo-Castoria/Claudio Degaspari)

Al di là della previsione futuristica su ciò che emergerà dai motori di ricerca, è innegabile come il classe 2002 stia letteralmente rapendo gli occhi degli addetti ai lavori e non, sia in casa Cantù che oltre i confini del PalaDesio. Una crescita costante e progressiva la sua, come se ad ogni partita inserisse un ulteriore tassello nel puzzle delle sue esperienze. Una visione d’insieme che denota una maturità fuori dal comune, visto che non ha ancora spento le 19 candeline. E se chi frequenta l’ambiente aveva già ben chiaro quale sarebbe stato il suo avvenire, per molti il suo impatto nella pallacanestro nostrana è giunto all’improvviso.

Dopo aver assaporato la Serie A con qualche minuto sparso all’inizio della scorsa stagione (6’ contro Venezia, 2’ contro Sassari e Cremona), il meteorite è atterrato il 2 febbraio 2020, ad una ventina di giorni da ciò che avrebbe stravolto le nostre vite. Cantù ospita Venezia e Wes Clark – oggi in maglia orogranata – incappa in un primo quarto complesso, con 3 falli commessi nel giro di pochi minuti. Cesare Pancotto manda in campo Joe Ragland, ma le rotazioni nel backcourt, comprensibilmente, si accorciano: è il turno di Gabriele, saranno 7 minuti profetici.

Lo squillo inaugurale arriva nell’ultimo minuto del primo quarto: Ragland fa scorrere il tempo e serve Burnell, il quale taglia l’area con un passaggio a due mani a 4” dal termine dell’azione. Stone è in ritardo, Procida non esita: scrivete 3, i primi punti in Serie A dell’allora 17enne canturino. Cantù vive un buon momento nella gara, con un parziale aperto di 7-0 intrapreso proprio a partire dalla tripla del numero 9. Scontato dire chi lo apra e lo chiuda, ancora dalla lunga distanza: Hayes dalla media pensa alla conclusione, ma nota un brutto movimento difensivo in angolo dei lagunari, che lasciano indisturbato ancora una volta il protagonista della nostra storia. 2/2.

Come nel più celebre dei proverbi, Gabriele Procida non si lascia sfuggire l’occasione di proseguire la sua striscia di conclusioni dall’arco. È +8 Cantù, Venezia non riesce ad agguantare i padroni di casa nel secondo quarto di gioco. Come nell’occasione del primo canestro del giovane lanciato nella mischia da coach Pancotto, anche in questo caso Ragland non riesce ad innescare un’azione costruttiva da parte dei suoi, ma sa che può fidarsi del rookie. Palla a Procida, con meno di 3” sul cronometro: lascia partire il tiro e rimane fermo per qualche istante, come se si volesse godere le vibrazioni che lo pervadono. Basta così, si è preso la scena. All’improvviso, il fenomeno Procida sbarca nel campionato italiano.

Versatile (non più) sorpresa

Come anticipato in precedenza, però, se per la maggior parte del pubblico il suo arrivo è stato alquanto inatteso, chi l’ha visto crescere era consapevole che ben presto sarebbe emerso il suo valore. Mattia Costacurta del Progetto Giovani Cantù, il settore giovanile ricco di talenti della società brianzola, ci racconta come fin dal suo arrivo in società, risalente all’U13, si fosse percepito un potenziale tecnico fuori dal comune. Dal punto di vista fisico, i primi segnali incoraggianti si sono intravisti dall’U15 all’U16, con cui ha vinto lo Scudetto. E con cui è stato inserito nel miglior quintetto delle Finali Nazionali (15 punti in finale, 18 nella semifinale contro la Virtus Bologna).

Cresce, cresce e cresce ancora. Viene inserito nel roster dell’ABC Gorla Cantù, la società affiliata al PGC che disputa la Serie C Gold: convince anche lì, segno che più prima che poi il salto nei grandi è destinato ad avvenire. Dalla scorsa stagione si alterna tra la prima squadra e le giovanili, mentre dall’inizio dell’annata in corso è pianta stabile a disposizione di Cesare Pancotto prima e Piero Bucchi poi. In questa stagione, dunque, ci siamo progressivamente abituati alla sua presenza costante nelle gare disputate dall’Acqua San Bernardo, come se fosse del tutto naturale che un classe 2002 si riesca ad integrare così bene in un gruppo che, seppur con più difficoltà del previsto, si dimostra ricco di talento, in particolar modo dal punto di vista offensivo. Allenarsi con gente del calibro di Frank Gaines e Jaime Smith è un bel privilegio, Gabriele ne è consapevole.

Come anticipato, la sua presenza in campo è ormai una realtà consolidata, con minutaggi sempre più ingenti con il progredire della stagione. Gioca 15 minuti di media a partita, con un rendimento da 6.7 punti, 2.1 rimbalzi, 0.5 assist ed ottime percentuali, sia dentro l’area (57.9% su 38 tentativi) che dall’arco, sua specialità (44.7% su 44 tentativi). Una propensione, quella legata alle sue conclusioni dalla lunga distanza, che perdura da anni. Elemento quasi naturale affinato al punto da aprire conseguentemente grandi possibilità di soluzioni a seconda della risposta dei difensori.

A tal proposito, infatti, il principale punto di forza tecnico di Procida risiede proprio nella possibilità di alternare la percezione di pericolosità suscitata negli avversari. A Gabriele non puoi avvicinarti troppo, ma al contempo non puoi assolutamente distanziarti. Inoltre, è notevolissima la rapidità di piedi in uscita dai blocchi, che gli permette di girare strettissimo, con un angolo di rotazione tale da rendere pressoché impossibile restare accoppiato con lui, obbligando sempre il difensore ad inseguirlo. Ciò che sorprende di più, però, è un particolare paradosso che lega la sua crescita fisica ed atletica con il suo carattere, timido e riservato.

Il paradosso di Gabriele Procida

Ormai l’enunciato “non parla tanto, dimostra sul campo” è abusato in lungo e in largo. Ma non c’è definizione più azzeccata di questa, per il gioiello di Cantù: è un ottimo compagno di squadra, ma è un chiacchierone solo con la palla in mano. Un ragazzo umile che a tratti pare impenetrabile: una maschera che non conviene sfidare a suon di “chi ride per primo, perde”. Questa corazza caratteriale si infrange ogni qual volta gli venga concesso un varco nella difesa avversaria: salta – e tanto -, ma continua a farlo con leggerezza.

Il volo del 9 al Taliercio

A proposito di crescita fisica, la sua evoluzione è attestata dalle misurazioni in altezza:

  • 2016 -> 181 cm;
  • 2017 -> 187.5 cm;
  • 2018 -> 191 cm;
  • 2019 -> 196 cm;
  • 2020 -> 200 cm.

La struttura corporea ne ha beneficiato, così come il suo gioco, arricchitosi di un atletismo fuori portata sia per i coetanei che per i veterani. Ricollegandosi al suo arsenale in fase realizzativa, l’esplosione in altezza ed il lavoro fisico hanno permesso a Gabriele di sfruttare maggiormente l’uso della finta di tiro. Nonostante la crescita di cui sopra, non ha mai perso la capacità di riuscire a metter velocemente la palla a terra per battere il difensore in uscita difensiva sul tiro. Il suo equilibrio è tale nel momento in cui carica per cui, anche interrompendo il movimento per effettuare le finta e punire il difensore, riesce a mantenere un perfetto baricentro.

Il celere piegamento delle gambe gli permette di conquistare uno spazio col primo passo in fase di apertura del palleggio tale da rendere impossibile la risposta del difensore. Procida, a quel punto, mostra una lettura da veterano: può finire al ferro in caso di linea a canestro aperta o recuperare il palleggio in caso di copertura al ferro, per effettuare in tempi rapidi un arresto e tiro in sospensione, ma sa anche scaricare in caso di necessità. L’ingente sviluppo fisico, inoltre, gli ha permesso di affinare sempre più la capacità di assorbire i contatti. Se ciò non fosse avvenuto, oggi rischieremmo di avere un ottimo specialista da tre punti, incapace però di crearsi un ventaglio di soluzioni alternativo. Un giocatore che, in caso di basse percentuali, sarebbe decisamente più prevedibile e arginabile. Tutto il contrario di quello che Gabriele Procida sta diventando.

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Gabriele Procida dopo una tripla siglata contro Cremona 2020 (Ciamillo-Castoria/Gianluca Checchi)

Indubbiamente deve crescere in alcuni aspetti del gioco, com’è naturale che sia. Vista la sua struttura fisica, potrebbe aumentare l’uso del gioco in post, che porterebbe non pochi missmatch favorevoli. Un altro aspetto da affinare riguarda il playmaking: con una capacità di passaggio ancor migliore, potrebbe anche essere schiarato in una posizione da play atipico. Ai piani alti, considerando nella to-do list un papabile approdo in Eurolega, è molto probabile che un tipo di struttura simile, con quella capacità di accelerazione e trattamento del pallone, venga utilizzata in fase di transizione nello spot di 1. E poi, la difesa, aspetto sul quale dal PGC vengono notati miglioramenti, ma su cui lo stesso Gabriele ha affermato di voler crescere. Eccolo in un’intervista a La Gazzetta dello Sport:

I miei pregi? Tanto lavoro, poi atletismo, tiro da 3 e penetrazione. Devo migliorare la difesa e il ball­handling.

Capitale

L’exploit del giocatore si è manifestato nel migliore dei modi nel losing effort in casa della Victoria Libertas Pesaro. Una partita da 24 punti, terzo più giovane nel nostro campionato con 24 o più punti segnati. Il tutto a 18 anni, 7 mesi e 23 giorni, dietro due giganti come Gigi Datome e Carlos Delfino. In più un 8/10 dal campo, 5/5 a tempo fermo e 28 di valutazione. Numeri che hanno spinto Meo Sacchetti a convocarlo per la prima volta in Nazionale maggiore. L’occasione ideale? Le tre sfide della bolla di Perm’, valide per le qualificazioni ad EuroBasket 2022.

Nelle prime due sfide contro Macedonia del Nord ed Estonia nessun punto esclamativo, ma la consapevolezza di un punto di partenza per un futuro radioso. Nella seconda gara contro i macedoni è emerso tutto il suo arsenale offensivo: 10 punti e due triple in scioltezza tra primo e secondo quarto.

Com’è ovvio che sia, non è la prima volta con una canotta azzurra. Prima dell’esordio in Nazionale maggiore, Gabriele Procida è stato un punto fermo per U16 ed U18 nei rispettivi Europei di categoria nel 2017/2018 e 2018/2019. In quest’ultimo, per lui 13.1 punti, 4.6 rimbalzi e 2.3 assist di media a partita. Come si suol dire, il cielo (azzurro) è il limite, ma Procida vuol spingersi in alto:

Sono contentissimo e sinceramente non mi aspettavo questa chiamata. Giocare in Azzurro e poter rappresentare il tuo Paese è il sogno di chiunque. In questi ultimi due anni ho acquisito maggiore fiducia nei miei mezzi, ho messo su qualche chilo e giocando con i Senior ogni settimana mi confronto con dei fisici importanti. Tutto ciò non ha fatto altro che farmi crescere e giorno dopo giorno raccolgo i frutti. NBA? Il sogno c’è e mi piacerebbe provarci, chissà…

L’escamotage narrativo dell’isola campana con cui ho dato il via a quest’articolo è meno estemporaneo del previsto. Se restringiamo infatti l’enorme cerchio della Cultura che ci circonda a quella sportiva prima e a quella cestistica poi, il 9 di Cantù ha pochi eguali. Se un giorno sui motori di ricerca doveste trovare un ragazzo impenetrabile dalla classe innata al posto di un B&B economico vista mare, non arrabbiatevi: si impara anche con la palla in mano, Gabriele Procida docet.

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Gabriele Procida con Ricci e Akele in Nazionale 2021 (Ciamillo-Castoria/M.Ceretti)

Articolo in collaborazione con Riccardo Crisci e Filippo Stasi

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