Il nuovo attacco dei Milwaukee Bucks

Un'analisi dettagliata della stagione dei Milwaukee Bucks, dei cambiamenti che hanno effettuato nella metà campo offensiva e di come questi aggiustamenti possono aiutarli in vista dei Playoffs.

Ci ricordiamo tutti l’upset dei Miami Heat nei confronti dei Milwaukee Bucks nel secondo turno degli NBA playoffs 2020 nella bolla di Orlando. Dopo quella clamorosa sconfitta, come prevedibile, Giannis Antetokounmpo fu bersagliato dalle critiche dei media e iniziarono a diventare insistenti i rumors su una possibile partenza del greco nella free agency 2021. 

Il 15 dicembre 2020, pochi giorni prima della scadenza per firmare i cosiddetti “supermax contract” o diventare unrestricted free agent la stagione dopo, Giannis sorprende (quasi) tutti e firma un’estensione contrattuale di 228 milioni per 5 anni. Oggi, dopo aver annientato i Miami Heat nella rivincita dei passati Playoffs e una stagione giocata senza l’assillo del primo posto ma con importanti e sostanziali novità tattiche, i Bucks sembrano la migliore versione della franchigia da quando in panchina si è seduto coach Mike Budenholzer e una delle principali pretendenti al Larry O’Brien Trophy.

La domanda è: “Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso?”

Per iniziare a rispondere a questa domanda dobbiamo fare un passo indietro nel tempo.

Un nuovo “rettangolo blu” in campo

I Milwaukee Bucks, dopo aver concluso una  delle più anomale regular season nella storia dell’NBA, comunque coronata dal miglior record della lega e dal loro miglior giocatore premiato come MVP,  erano considerati la maggiore indiziata a rappresentare la Eastern Conference nelle NBA Finals. Dopo aver superato agilmente (ma non troppo) gli Orlando Magic, la squadra del Wisconsin si è trovata di fronte i Miami Heat. La squadra guidata da coach Spoelstra si è mostrata da subito in grado di sfruttare ogni singolo punto debole del sistema dei Bucks, rendendolo un vantaggio. In attacco, mettendo in luce la vulnerabilità della difesa in drop coverage sul pick and roll di Milwaukee con abili tiratori in pull-up dal midrange come Goran Dragic e punendo la costante scelta di proteggere il pitturato di Budenholzer anche a costo di lasciare qualche tripla aperta (non a caso hanno segnato il 37.3% delle triple prese).

Nella metà campo difensiva invece gli Heat hanno usato la strategia di costruire un “muro” (una specie di difesa a zona), la cui base era solitamente formata da Jae Crowder e Bam Adebayo, per fermare le penetrazioni dell’MVP e costringerlo a scaricare la palla; il problema è che nel momento in cui la palla lasciava le mani di Giannis, i Bucks non avevano soluzioni offensive abbastanza imprevedibili da fare breccia nella fitta difesa degli Heat. Un ruolo offensivo abbastanza importante in senso negativo l’ha giocato Eric Bledsoe, che a tratti sembrava addirittura danneggiare l’attacco dei Bucks.

Da quella sconfitta, ancor più rumorosa di quella della stagione precedente, Mike Budenholzer capisce che bisogna cambiare qualcosa nella struttura offensiva della squadra e decide di sostituire parzialmente il sistema con 5 giocatori fuori dall’arco dei tre punti, il cosiddetto “5 fuori”, con un’organizzazione in cui 4 giocatori sono fuori dal perimetro e uno si colloca nel dunker spot. Inoltre, come fatto una volta arrivato a Milwaukee nel 2018, incarica i video coordinators dei Bucks di piazzare del nastro adesivo blu sul parquet della struttura di allenamento in modo da indicare visivamente le varie zone che avrebbero dovuto occupare i 5 giocatori in campo.

Al tempo la prima versione dei Bucks prevedeva le cinque zone blu tutte fuori dal perimetro, come dettava il sistema “5 fuori”, ma nella scorsa off-season il coach ha deciso di aggiungere appunto un “rettangolo blu” nella zona del dunker spot, togliendo quindi un giocatore dal perimetro.

Rettangolo Milwaukee Bucks
Ricostruzione del campo di allenamento dei Bucks fatta da The Athletic

Come possiamo vedere dalla ricostruzione del campo fatta da The Athletic, ci sono due rettangoli negli angoli, negli anni precedenti questi erano quadrati: sono stati cambiati perché coach Budenholzer voleva far capire ai giocatori che dovevano muoversi anche in quel piccolo spazio per dare un angolo di scarico migliore al penetratore. Il rettangolo sulla linea di fondo invece, il dunker spot, viene allargato proprio per enfatizzare l’importanza di quella porzione di campo.

Grazie a a queste chiare indicazioni per i giocatori dei Bucks non ci sono problemi ad attuare il nuovo sistema di gioco fin da subito. E i risultati iniziano a vedersi.

Tattica Milwaukee Bucks

Il giocatore nel dunker spot in questo caso è Khris Middleton, ovvero un’ala. Nel sistema dei Bucks infatti il giocatore designato a stare in quella posizione non dev’essere per forza un lungo anzi, spesso e volentieri è un esterno. La regola è che il primo giocatore a tornare dall’azione difensiva si posizioni immediatamente nel dunker spot, mettendo subito pressione alla difesa.

La decisione di far occupare il dunker spot da una guardia non è casuale: la scelta permette a Giannis Antetokounmpo e compagni di avere linee di penetrazione più pulite poiché il difensore in aiuto sarà quello della guardia e non più il lungo che dovrà occuparsi dei vari Brook Lopez, Bobby Portis e occasionalmente PJ Tucker, tutti ottimi tiratori dall’arco. Inoltre, il giocatore nel dunker spot è molto vicino al ferro e quindi risulta difficile aiutare senza lasciare due punti facili, cosa che richiederebbe molte rotazioni rendendo molto più difficile il lavoro della difesa rispetto all’anno scorso.

I Bucks non hanno però abbandonato del tutto il sistema “5 fuori”, anzi lo usano ancora soprattutto nelle situazioni di early offense per impedire alla difesa di schierarsi. 

Con l’aggiunta del dunker spot, i Bucks possono fare in modo che il famoso “muro” allestito dalle difese avversarie contro Giannis non sia più sostenibile e conveniente, ma come? 

L’anno scorso il greco attaccava il pitturato partendo dalla punta e quindi permetteva alla difesa di costruire il muro sulla linea del tiro libero riuscendo comunque in eventualità di scarico a recuperare perfettamente sul tiratore. Quest’anno le posizioni nella metà campo offensiva sono cambiate, Giannis può attaccare dall’ala opposta al giocatore nel dunker spot invece che dalla punta, allungare la distanza del close-out del difensore in aiuto e quindi rendere quasi impossibile formare un muro senza lasciare libero un tiratore sul perimetro. C’è da dire che si sono sapientemente aggiunti tiratori di alto livello a Milwaukee, come Holiday (39.2 3P%), Forbes (45.2 3P%), Portis (47.1 3P%) e PJ Tucker (39.4 3P%).

I miglioramenti offensivi di Giannis Antetokounmpo e la sua “connection” con Bryn Forbes

Nonostante le statistiche offensive basiche di Antetokounmpo siano praticamente le stesse, il suo miglioramento è sotto agli occhi di tutti. Giannis ha imparato a “rallentare” mentre sta attaccando per prendere decisioni più intelligenti o, se il suo difensore riesce a contenerlo nella prima penetrazione, ad indietreggiare e riprovare ad attaccare in un altro modo. È migliorato tantissimo nell’uso del piede perno, il che combinato con le sue leve lunghissime gli permette di allungarsi in modo coordinato e a tirare al ferro da situazioni (quasi) statiche fronte a canestro praticamente contro chiunque.

Questo miglioramento si è visto nella percentuale al ferro, passata dal 74.2% (22esimo fra i giocatori con almeno 50 tiri tentati al ferro) all’80.7% (primo fra i giocatori con almeno 50 tiri tentati al ferro) con solo il 42% (minimo in carriera) proveniente da un assist di un compagno.

Anche senza palla, nonostante venga usato molto poco rispetto a quanto potrebbe, Giannis è migliorato rispetto all’anno scorso; in particolare in una situazione tattica in cui in un lato del campo c’è un pick and roll o un uno contro uno lui si colloca sul lato opposto e, sfruttando la poca attenzione della difesa per via delle sue lacune al tiro, spesso taglia al momento giusto per ricevere e concludere al ferro.

La tattica degli allenatori avversari per difendere Antetokounmpo è stata spesso quella di mettere il lungo avversario contro di lui ed aspettarlo al limite dell’area dei tre secondi. Quest’anno i Bucks hanno risposto a questa tecnica usando gli hand-offs e i pick and roll invertiti (guardia che blocca un’ala o un lungo).

In particolare, Bryn Forbes è stato il partner più adatto al greco in questo tipo di situazioni. L’ex giocatore degli Spurs è un ottimo bloccante ed è uno dei migliori a muoversi senza palla per ricevere in catch-and-shoot e sparare da dietro l’arco. In stagione regolare il due volte MVP è stato il giocatore da cui ha ricevuto più passaggi (3.2) e più assist (0.8) dell’intera squadra, tirando con il 42.4% da tre quando la palla arriva da Giannis. Ma anche quest’ultimo ha avuto enormi benefici dalla nuova variante tattica. Ogni qualvolta il tiro di Forbes ha iniziato ad entrare con continuità, la maggior attenzione difensiva nei suoi confronti ha consentito a Giannis di avere davanti una libera linea di penetrazione.

I nuovi Big 3

Con la trade che ha spedito Eric Bledsoe, George Hill e tre scelte al primo giro a New Orleans in cambio di Jrue Holiday i Bucks di quest’anno possono vantare uno dei “Big 3” più forti della lega. Jrue Holiday è sempre stato uno dei giocatori più sottovalutati dell’NBA e molti avevano dei dubbi su come potesse affermarsi in un contesto con ambizioni da titolo. L’ex Philadelphia ha smentito tutti, giocando una delle sue migliori stagioni offensive in carriera: ben 19.3 punti con 6.6 assist a partita (per 75 possessi) tirando con la più alta efficienza in carriera (59.2 TS%).

Jrue ha dimostrato di essere nell’elite degli shot creator della lega, convertendo i tiri in pull-up con una EFG% del 56.9 (quarto dato nella lega tra chi ha tentato almeno 100 tiri in pull-up) e le triple dal palleggio con il 40.2% (ottavo in NBA tra i giocatori che hanno tirato almeno 100 triple dal palleggio). Il nativo di Los Angeles ha mostrato anche di saper sfruttare il suo corpo contro giocatori più leggeri di lui (Holiday pesa 93 kg), e grazie al suo ottimo footwork e ambidestrismo si può definire uno dei migliori giocatori di post fra le guardie.

Holiday, inoltre, ha dimostrato di avere sufficiente personalità per caricarsi sulle spalle la squadra anche in assenza delle altre due stelle: nei 237 minuti con lui in campo e Khris Middleton e Giannis fuori, la squadra ha un assurdo net rating di +16.37. E se il dato di Holiday può sembrare poco veritiero per via del campione di minuti abbastanza piccolo, quello con tutti i Big 3 in campo non lo è, perché Holiday, Giannis e Middleton hanno passato in campo insieme ben 922 minuti registrando un Net rating di +12.7 (settimo dato nella lega tra i terzetti che hanno giocato almeno 900 minuti insieme). I Bucks possiedono uno dei terzetti più completi e con più offensive firepower della lega.

La rivoluzione del posizionamento offensivo di squadra combinata con i miglioramenti offensivi del loro miglior giocatore, e l’aggiunta della migliore terza opzione nella lega e di pezzi fondamentali come Forbes, Tucker e Portis ha reso l’attacco dei Milwaukee Bucks il quarto della lega (a pari merito con i Jazz) e uno di quelli che si traslano meglio nei Playoffs. Un enorme indizio è arrivato con la vendetta contro i carnefici dello scorso anno, ora arriva il banco di prova più importante. Al quale Giannis e compagni sono pronti da inizio stagione.

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