Tifosi lituani al Preolimpico 2021
Disperazione lituana (FIBA)

Tutto quello che ci ha detto il Preolimpico

Questa competizione con vista su Tokyo 2020 ci ha sorpreso dall'inizio alla fine.

La Slovenia di Luka Doncic e la Repubblica Ceca di Tomas Satoransky, per la prima volta ai Giochi Olimpici, la Germania che ci torna a 13 anni di distanza dall’ultima volta e l’Italia dei miracoli, dall’argento di Atene 2004 all’impresa contro la Serbia, in casa loro. Il Preolimpico, con i suoi quattro tornei a Belgrado, Spalato, Kaunas e Victoria, ci ha detto fondamentalmente che queste quattro Nazionali hanno riscattato un biglietto per il Giappone, in partenza il 23 luglio, fusi orario permettendo.

Ma oltre alle prestazioni dei principali protagonisti e delle rispettive squadre d’appartenenza, questa settimana ricca di colori, bandiere e aspettative della vigilia disattese ci ha raccontato anche risvolti differenti, giocatori da ammirare e veterani da rispettare.

NON ospitate il Preolimpico

Non era mia intenzione farvi spaventare, ma quel maiuscolo è necessario per evitare che possiate prendere iniziative affrettate e potenzialmente dannose. Domani vi svegliate e decidete di ospitare un Torneo di Qualificazione ai prossimi Giochi Olimpici? Beh, non fatelo. Si dice spesso che i numeri non mentano, dunque di sicuro quest’ultimo Preolimpico ci ha messo in guardia nel migliore dei modi. Vi rinfresco la memoria:

  • Torneo di Spalato: Croazia eliminata in semifinale;
  • Torneo di Victoria: Canada eliminato in semifinale;
  • Torneo di Kaunas: Lituania eliminata in finale;
  • Torneo di Belgrado: Serbia eliminata in finale.

Da quando esiste un torneo di qualificazione per i Giochi Olimpici, ossia da Roma ’60, si tratta dell’ottava volta in cui almeno un Paese che ospita il Preolimpico non riesce a qualificarsi per il grande palcoscenico estivo. Le altre sette?

  • Tokyo ’64, Preolimpico a Ginevra: passano Ungheria e Finlandia, Svizzera fuori;
  • Monaco ’72, Preolimpico in Olanda: passano Italia e Cecoslovacchia;
  • Mosca ’80, Preolimpico in Svizzera: passano Italia, Cecoslovacchia e Spagna;
  • Seul ’88, Preolimpico in Olanda: passano Unione Sovietica, Jugoslavia e Spagna;
  • Seul ’88, Preolimpico Americano a Montevideo: passano Brasile, Porto Rico e Canada, Uruguay fuori;
  • Londra ’12, Preolimpico a Caracas: passano Russia, Lituania e Nigeria, Venezuela fuori;
  • Rio ’16, Preolimpico a Torino, Manila e Belgrado: passano Croazia, Francia e Serbia, Italia e Filippine fuori.

In qualche modo, dunque, le qualificazioni per Tokyo 2020 hanno rappresentato un unicum. Perlomeno nel 2016 una delle tre padrone di casa (la Serbia) ha comunque staccato il pass per Rio. Ansia da prestazione? Sindrome da spettatori presenti a palazzo post-pandemia? O forse, molto più semplicemente, l’impresa di quattro Nazionali date per sfavorite alla vigilia, chi più (Italia, Germania e Repubblica Ceca) e chi meno (Slovenia). Il mantra, comunque, permane: per Parigi 2024, non vi azzardate a ospitare un Preolimpico.

La Repubblica Ceca batte il Canada al Preolimpico 2021
L’impresa della Repubblica Ceca in casa del Canada (FIBA)

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio

Spesso, alla vigilia di tornei così importanti, si pone sempre l’accento sulla presenza a roster di giocatori esperti, che abbiano esperienze formative alle spalle in modo da guidare la propria Nazionale alla vittoria. In questo Preolimpico, non c’è stata eccezione a conferma della regola, se escludiamo i vari Luka Doncic (che però ha già un paradossale status da veterano) e Niccolò Mannion. A corroborare questa tesi, svariati ultra-trentenni (ed alcuni verso o oltre i quaranta) si sono presi la scena sui giovani in rampa di lancio. Ma andiamo con ordine.

I vecchietti di Spalato

In Croazia, c’erano tre Nazionali in particolare (oltre al Messico) che facevano affidamento su un gruppo compatto di giocatori esperti: Brasile, Russia e Tunisia. I primi potevano vantare, sotto la guida di Aza Petrovic, i vari Alex Garcia (41 anni), Anderson Varejao (38 anni), Marcelinho Huertas (38 anni) e Rafael Hettsheimeir (35 anni). Eccezion fatta per l’ex Baskonia e Barcellona, un po’ sottotono in questo Preolimpico, gli altri tre sono stati un valore aggiunto per i verdeoro.

Il centro con più di un decennio NBA a curriculum è stato l’ultimo ad arrendersi nella finale con la Germania, Hettsheimeir ha mantenuto medie da 12 punti e 3.3 rimbalzi con il 58.8% dall’arco e Alex Garcia è stato una mina vagante su ambo i lati del campo nonostante le 41 primavere alle spalle. Nella semifinale contro il Messico, la sua marcatura su Pako Cruz (ci arriviamo, su di lui) è stata fondamentale. Un gruppo che avrebbe meritato un’ultima samba a questi Giochi Olimpici e che ora dovrà ripartire da Caboclo, Yago Santos e Vitor Benite.

Nella Russia ha mostrato buone cose Evgenii Baburin (35 anni), mentre ha disputato un pessimo Preolimpico Timofey Mozgov, ormai al tramonto di una discreta carriera. Il leader di quel gruppo è senza alcun dubbio Andrey Vorontsevich: 14 punti, 5.5 rimbalzi, 4 assist e una resistenza in controtendenza con i suoi quasi 34 anni. Il Messico, arrivato a un Benite di troppo dalla finale contro la Germania, è stato trascinato dai vari Paul Stoll (35 anni), Gabriel Giron (33 anni) e Gustavo Ayon (36 anni), ma soprattutto dal 31enne Francisco Cruz. Come anticipavo in precedenza, sul 9 messicano ci sarà uno spazio a parte.

Colui che ha stupito di più, però, è senza alcun dubbio Radhouane Slimane, maglia numero 45 e tantissimo sacrificio per la sua Tunisia. Un fattore chiave nella partita contro la Croazia, decisivo a caricare i suoi in una rimonta che sarebbe stata sto(r)ica con Salah Mejri (altro giovincello, 35 candeline) limitato dai falli. Penetra e spara da 3 senza paura, dà tutto in difesa per limitare le tante bocche da fuoco croate. Il tutto a un mese e poco più dai 41 anni. Chapeau.

Slimane e Alex Garcia in azione al Preolimpico 2021
Vecchietti in azione (FIBA)

I vecchietti di Kaunas e Belgrado

In Lituania, c’è stato meno spazio per elementi del genere. Un Eduardo Mingas (42 anni) senza molto da dire per l’Angola, un Ricardo Ratliffe (Ra Gun-ah dopo la naturalizzazione, 32 primavere) leader per la Corea del Sud e miglior marcatore con 21.5 punti e 9 rimbalzi, il solito Mantas Kalnietis per i padroni di casa (34 anni e nuovo primatista negli assist all-time della Nazionale lituana). E poi A.J. Slaughter a trainare la Polonia (33 anni, 15.3 punti e 4.7 rimbalzi) e i fratelli Gregory (35 anni) e Jose (39 anni) Vargas a dare un piccolo contributo per il Venezuela. Altro materiale rispetto a Spalato.

A Belgrado non ci sono stati tanti veterani da segnalare, complice anche la giovanissime Filippine (età media di 22 anni). Nonostante ciò, questo è stato anche il torneo di Victor Liz (35 anni), icona della Repubblica Dominicana e con medie da 14.3 punti e 4.3 rimbalzi.

Victor Liz al Preolimpico 2021
Circondato dagli Azzurri (FIBA)

I vecchietti di Victoria

Seppur in maniera ridotta rispetto a Spalato, è a Victoria che si sono visti altri elementi esperti tirare avanti la barca delle rispettive compagini. I padroni di casa non fanno testo, con i propri protagonisti che non si avvicinano neanche lontanamente ai 30 (Dort, Alexander-Walker, Barrett e Wiggins), così come la Cina (Mingxuan Hu, trascinatore dei suoi e autore di 24 punti contro il Canada, ha 23 anni) e la Turchia (Sengun, Osman e Korkmaz tutti ancora con tantissimi anni all’orizzonte).

Il discorso è diverso se si guarda in casa di Uruguay, Grecia e Repubblica Ceca. I sudamericani hanno vantato un Jayson Granger (32 anni a settembre) d’annata, miglior realizzatore dell’intero Preolimpico con 23.5 punti e terzo miglior passatore, alle spalle di Browne e Doncic, con 8.5 assist. Ah, come se non bastasse, ha collezionato anche 6 rimbalzi e 2 palle rubate di media. Vintage.

Se invece ai greci non sono bastate le prestazioni (in calo nella finale) di Sloukas e Calathes (31 anni il primo, 32 il secondo), alla Repubblica Ceca sono servite come acqua nel deserto quelle di Patrik Auda e Jan Vesely (31 anni entrambi), ma specialmente l’exploit di Blake Schilb, autore di una semifinale da urlo contro il Canada e fondamentale nell’upset dei suoi: 31 punti, 7 assist e 7/12 dall’arco. Una sentenza.

Infermabile

Prendere carta e penna

Vecchi, giovani, esperti o immaturi. Il Preolimpico ci ha consegnato anche svariati elementi esotici, fuori dai radar della pallacanestro mainstream da NBA o piani alti in Europa. E, appunto, con caratteristiche nettamente diverse gli uni dagli altri.

Come promesso, partiamo da quello che è stato il giocatore con cui è stato più facile empatizzare in questo torneo di qualificazione per Tokyo 2020: Francisco Cruz, per tutti Pako. Partiamo dai numeri: 23 punti (secondo miglior marcatore dell’intero Preolimpico, dietro a Granger), 6 rimbalzi e 5.3 assist, con una quantità spropositata di tiri presi a partita, motivo per il quale la percentuale dal perimetro (29.6%) fa storcere un po’ il naso.

La prima partita contro la Germania è stata la sua vetrina: infermabile nel primo tempo, ha chiuso con 30 punti e una cazzimma straordinaria. Poi 21 con la Russia e 18 con il Brasile, in cui non è riuscito a sovvertire totalmente le aspettative della vigilia. Prima dell’inizio di questa competizione, il Tofas Bursa se l’è portato a casa: abbiate un occhio di riguardo per questo rubacuori messicano nella prossima stagione in BCL.

Francisco Cruz con il Messico contro la Russia, 2021
Innamorato di Pako (FIBA)

Ma Pako non è stato l’unico a disputare un Preolimpico ben oltre le proprie potenzialità. Ondrej Balvin, da poco passato in Giappone da Bilbao, è risultato decisivo sotto canestro per la Repubblica Ceca: è lui il miglior rimbalzista di questo Preolimpico, con 10.8 rimbalzi raccolti a gara. In maniera analoga, anche Gary Browne ha mostrato grandi cose: miglior assistman della competizione (13 passaggi chiave a partita), il Porto Rico con lui è stato un avversario ostico per l’Italia. Trento dovrà resistere alle sirene estere che suoneranno per il suo playmaker.

Infine, qualche altro nome potenzialmente interessante che si è fatto vedere in questa settimana pazza. Il già citato Mingxuan Hu, che gioca a Guangdong, quel fenomeno di Alperen Sengun, pronto a conquistare l’Europa prima e probabilmente l’America poi, il coreano Hyunjung Lee, 20 anni e in forza a Davidson College (lo stesso di Steph Curry, per intenderci), il polacco Balcerowski, ventenne di Gran Canaria e il lituano Rokas Jokubaitis, già nel mirino del Barcellona.

E poi, ancora: il tunisino Oussama Marnaoui, regista e miglior marcatore dei suoi, in forza all’U.S. Monastir ma destinato all’Europa, il folletto brasiliano Yago Santos, un ottimo Andreas Obst (appena passato al Bayern Monaco), il giovanissimo Anton Kardanakhishvili del CSKA Mosca e Danilo Andjusic, neo acquisto di Monaco e mattatore nella gara contro l’Italia. Senza dimenticarci di Gelvis Solano: non mentite, so che lo vorreste vedere con un anello NBA, prima o poi.

Alperen Sengun in Turchia-Uruguay
Sengun è destinato a grandi cose (FIBA)
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