Partiamo dalla prima sorpresa di inizio stagione, freschi di vittoria contro Boston dopo essere stati sotto anche di 19 punti, i Cleveland Cavaliers. Una franchigia che per decenni è stata lo zimbello della lega, che ha vissuto stagioni indimenticabili col LeBron 1 e soprattutto il LeBron 2.0, salvo essere poi condannata ad anni di mediocrità che visti i contratti lasciati lì dalla versione di James che non ci piace, quella da GM, e che oggi intravede la luce in fondo al tunnel. Anzi, il fondo al tunnel vede proprio il sole che splende forte.
8 partite su 14 fuori casa, 2 starters attualmente ai box, hanno giocato solo contro 2 squadre non in lotta per Playoff o Playin, e sono 9.5. Cleveland ha battuto finora Atlanta, Denver, i Clippers, gli Hornets, i Celtics, i Blazers e i Knicks. Insomma, non proprio squadre sprovvedute e soprattutto nessuna delle squadre che qualcuno prevedesse potesse perdere contro di loro. Sesta schedule più difficile della NBA finora. Quinto defensive rating che gli consente di vincere le partite anche quando l’attacco, come contro Boston, non sforna prestazioni da ricordare. Uno dei motivi? Evan Mobley.
I Wizards delle meraviglie
Restiamo a Est con l’altra squadra rivelazione della Eastern, nonché una di quelle capace di battere questi Cavs di Evan Mobley se solo di 3 punti, cioè i Washington Wizards. Quarto defensive rating NBA quando lo scorso anno erano ultimi per punti subiti a partita e 19esimi per defensive rating. Hanno un bel secondo quintetto con Avidja, Neto, Harrell. Il primo con tanta palla nelle mani sta facendo bene, sebbene sembri ancora molto restìo a prendersi qualche tiro in più. Dopo lo scorso anno in cui ovviamente si correva al ritmo di Westbrook, Washington ha abbassato il ritmo, va dove Beal e Dinwiddie la portano e il numero dei possessi è sceso al 23esimo posto dopo il primo di un anno fa, sono terzi per percentuale concessa dal campo agli avversari anche qui migliorando paurosamente rispetto a un anno fa, in cui difendevano in 4 dato che Westbrook, e lo sta mostrando anche coi Lakers…vabbè lasciamo perdere. L’anno scorso in totale hanno tenuto 3 volte gli avversari sotto i 100 punti, ora sono a 5 alla 13esima partita.
There’s an MVPG in town
A Ovest c’è da parlare di un giocatore più di altri. In questo momento Paul George sta giocando da MVP in attacco e da difensore dell’anno in difesa, mostrando una pallacanestro forse mai vista in carriera per maturità e completezza. Merito, ancora una volta va detto, di Tyronn Lue che in questi 2 anni ha fatto un lavoro enorme su di lui, anche normalizzando le serate o i periodi più lunghi di blackout, merito e va detto anche questo dell’assenza di Kawhi, che ha messo PG al centro del gioco e che dimostra come uno dei problemi fosse anche il fit col compagno. In top 10 per punti segnati e palle recuperate, unico in NBA e al massimo in carriera di rimbalzi, assist e recuperi appunto.
