One shot.
One opportunity.
One percent battery.
L’inizio del viaggio di Terance Stanley Mann nel mondo della NBA si potrebbe benissimo riassumere in maniera efficace con la frase riportata qui sopra, che riprende un po’ Lose Yourself di Eminem e un po’ la storia – che vi stiamo per raccontare, integrata all’intervista – della guardia classe 1996 dei Los Angeles Clippers. Che proprio quando si sentiva ormai perduto, fuori dai giochi, è stato capace di cogliere la sua opportunità. Una sola. Grazie a quell’1% rimasto a indicare la carica sul suo telefono, mentre arrivava la telefonata che – senza che lo sapesse – gli avrebbe svoltato la carriera.

One is enough
Voliamo indietro nel tempo sulla DeLorean del secondo Doc più importante nella storia dell’umanità (Emmett Brown < James Naismith, naturalmente), spostandoci al 14 maggio 2019.
È appena terminato un camp organizzato a Chicago dalla G League, durato tre giorni. Terance Mann vi ha preso parte, avendo impressionato al torneo di Portsmouth dedicato ai Senior che in uscita dal college non godevano di appeal particolare da parte della NBA. Mann è convinto di aver anche giocato bene anche a Chicago, ma per lui non si è ancora aperta nessuna porta. Tra i 40 giovani atleti partecipanti, in 10 sarebbero stati selezionati per la Draft Combine che avrebbe avuto luogo sempre a Chicago, proprio tra il 14 e il 19 maggio. Ma a torneo finito, nessuno gli ha rivolto particolari attenzioni.
Terance è già in aeroporto, sicuramente amareggiato e ora anche innervosito per il fatto che il suo telefono lo stia abbandonando, proprio mentre si trova al check-in e sta tentando di esibire il suo biglietto aereo. Con il telefono all’1%, Terance Mann riceve una chiamata da un numero sconosciuto: inizialmente pensa di rifiutare per tenere in vita il telefono qualche minuto in più, ma alla fine risponde. Gli viene detto: “Sei stato appena selezionato per la Draft Combine, riesci a raggiungerci subito?”. Mann – in tempo zero, prima che il suo telefono lo abbandoni – consulta Chris Gilbert, uno dei suoi agenti, che quasi gli ordina: “Torna indietro!”. Non se lo fa dire due volte.
La tanto agognata chance di mettersi in mostra direttamente davanti agli occhi degli scout NBA è finalmente arrivata. Terance perde volentieri il volo di rientro a casa, acciuffando il cosiddetto ultimo treno verso il coronamento di un sogno.
This Terance Mann story is incredible.
— SportsCenter (@SportsCenter) June 19, 2021
His phone was at 1% when he got his invite to the 2019 NBA Draft Combine 🤯
(via @LAClippers, h/t @nbagleague) pic.twitter.com/uUWhvCBISA
Torniamo ora ai giorni nostri.
È il 1° giugno 2022 e Terance Mann oramai si trova dall’altra parte della barricata: non è uno tra i tanti teenagers chiamati a dimostrare le loro abilità per provare a catturare l’attenzione degli addetti ai lavori. Tre anni dopo, è uno dei principali testimonial NBA del camp Basketball Without Borders che si sta attualmente tenendo a Milano, tra lo Sport Village di Assago e alla Bocconi Sport Arena.
Il camp – organizzato da NBA, FIBA e FIP – è arrivato alla sua 19esima edizione europea e nel 2003 vi prese parte Danilo Gallinari, anch’egli presente e coinvolto sin da subito a dare pubblicamente il suo benvenuto ai ragazzi.
“19 anni fa ero uno di voi. Grazie a BWB ho ricevuto stimoli ulteriori per concentrarmi con ancor più convinzione sul mio obiettivo: arrivare a giocare in NBA. Ho appena concluso la mia 14esima stagione oltreoceano e questo potrà accadere anche per alcuni di voi. Guardatevi in faccia l’un l’altro e stringete amicizie oggi, perché chissà: magari un domani vi troverete di nuovo sullo stesso campo, a giocare nella lega più prestigiosa al mondo, magari non contro di me ma sicuramente contro di lui (Mann, ndr). E sarà una serata difficile per voi…”
Game recognizes game. Terance sorride come a voler ringraziare il Gallo per il complimento rivoltogli, ma anche perché sa che nel corso del suo primo triennio NBA, con indosso la maglia dei Los Angeles Clippers, si è già guadagnato il rispetto di tutta la lega.
“L’unica volta in cui mi sono trovato davanti alla NBA, prima di entrare a farne parte, è capitata in occasione della Draft Combine. Avevo già 22 anni e appena portato a termine il quadriennio collegiale… Mentre i ragazzi presenti qui al camp di Milano hanno la chance di farsi notare dalla lega ancora minorenni. Si sono meritati di essere qui a vivere un’esperienza straordinaria, seguiti da uno staff tecnico NBA, quindi penso che dovrebbero semplicemente immergersi in tutto ciò, cercando di essere loro stessi e di giocare come sanno fare. Personalmente, cercherò di rispondere a tutte le loro domande e di consigliarli al meglio”.

Così Terance Mann approccia la sua testimonianza a Basketball Without Borders: con la voglia di mettersi a disposizione dei più giovani che ambiscono ad entrare in NBA, sebbene la vera sfida sia – una volta entrati – restarci, dimostrando di meritare quel livello. Cosa che la 48esima scelta al Draft 2019 non ha tardato a fare, facendo ricredere le franchigie che lo hanno clamorosamente snobbato. “Ha già 22 anni e pochi margini di miglioramento” – dicevano riferendosi al prodotto di Florida State University… Eppure, tre anni dopo, gli unici ad averci visto lungo sul ragazzo cresciuto a Lowell, Massachussetts, rimangono i Clippers, che lo scorso ottobre hanno addirittura esteso il suo contratto fino al 2025. Un premio più che meritato, anche perché Terance Mann alla sua seconda stagione NBA è già riuscito a firmare la pagina più lieta della storia della franchigia nei playoff.
39 is franchise history
18 giugno 2021. Allo Staples Center va in scena Gara 6 delle Western Conference Semifinals tra Utah Jazz e Los Angeles Clippers, questi ultimi in vantaggio 3-2 e con la possibilità di chiudere la serie. La squadra di coach Tyronn Lue è tuttavia orfana di Kawhi Leonard, infortunatosi al ginocchio destro in Gara 4, e finisce sotto di 22 punti all’intervallo, che diventeranno poi 25 a inizio ripresa… A Salt Lake City sostanzialmente i tifosi si stanno già organizzando per gremire il palazzo per Gara 7. Ma c’è un ragazzo in campo, quello con la maglia 14 nera, che sembra avere idee diverse.
Coach Quinn Snyder, allenatore dei Jazz, decide di tenere Rudy Gobert il più vicino possibile al pitturato anche a costo di esporsi alle triple dagli angoli di Terance Mann, che fino a quel momento, di punti in una partita di playoff, ne aveva segnati al massimo 13. Una scelta tattica comprensibile, almeno inizialmente. Solo che nel primo tempo Mann ha già superato il suo massimo in carriera in postseason di un punto, arrivando a quota 14. Due punti li schiaccia proprio in testa a Gobert, il miglior difensore e rim protector della stagione regolare. Insomma, il ragazzo dava l’impressione di essere in gas già nel primo tempo, ma nessuno poteva immaginarsi cosa sarebbe successo nel terzo periodo.
Tripla dall’angolo destro: swish. 75-55 Jazz. Sono 17 personali.
Tiro dall’area nel traffico: canestro. 75-59 Jazz. Sono 19 personali.
Lay-up in contropiede: dentro. 75-61 Jazz. Sono 21 personali.
Altra tripla dall’angolo destro: same result. 78-64 Jazz. Sono 24 personali.
Altro tiro dall’area: altro canestro. 90-71 Jazz. Sono 26 personali.
Tripla dall’angolo sinistro: bottom. 90-78 Jazz. Sono 29 personali.
Coast to coast lay-up da rimbalzo difensivo: altri due punti. 90-80 Jazz. Sono 31 personali.
Nuova tripla dall’angolo sinistro: bang. 90-83 Jazz. Sono 34 personali.
Ennesimo timeout chiamato da coach Snyder. Ennesima ovazione di uno Staples Center in visibilio.
C’è un One Mann Show in atto, a ribaltare completamente le sorti del match e della serie.
I Clippers completeranno la rimonta nell’ultimo periodo, con Mann che ai 20 punti segnati nel solo terzo quarto ne aggiungerà altri 5 punti nell’ultimo, sigillando la vittoria con la tripla – dall’angolo, tanto per sorprendere una difesa dei Jazz che lo ha battezzato clamorosamente per tutta la partita – che a 5:30 dalla fine ha regalato ai losangelini il primo vantaggio in doppia cifra del match, ormai virtualmente chiuso. I Jazz sono frastornati emotivamente, travolti dall’energia scatenata dal numero 14 avversario.
Una trance agonistica degna del miglior T-Mac, Tracy McGrady. Ma lui è semplicemente T-Mann: il più insospettabile dei protagonisti ha appena trascinato la franchigia di proprietà dell’eclettico Steve Ballmer a un’impresa che non verrà mai dimenticata: il raggiungimento delle Conference Finals, per la prima volta nei 50 anni di storia dei Clippers!
Watch me grow
Watch me grow. Questo ha scritto di recente Terance Mann sul suo account instagram per archiviare la sua terza stagione NBA.
Sono cresciuti i suoi minuti in campo – quasi 10 di media in più nel 2021/22 rispetto alla stagione precedente – e con essi aumentano le responsabilità, di pari passo con la sua confidence. E in parallelo crescono i Clippers, che in vista della prossima stagione vogliono tornare prepotentemente in corsa per l’anello. Ce lo conferma lo stesso Terance.
“Il prossimo sarà il nostro anno. Saremo nuovamente al completo e in salute, sperando di arrivare fino in fondo senza ulteriori problemi fisici. Voglio essere in grado di contribuire in ogni maniera possibile, portando il mio mattoncino in attacco e in difesa. Sono disposto a dare davvero tutto ciò che posso per arrivare a vincere il titolo NBA l’anno prossimo e vi assicuro che anche i miei compagni hanno voglia di rivalsa. Continuerò a imparare da ognuno di loro per essere il più possibile d’aiuto alla squadra”.
Certo, molto dipenderà dall’integrità fisica delle due star: Kawhi Leonard non gioca una partita ufficiale dal 14 giugno 2021, mentre Paul George è stato arruolabile per sole 31 partite nel 2021/22.
“L’apporto di Kawhi e PG è straordinario non solo in attacco, ma specialmente in difesa. Cerco di imparare il più possibile da loro per diventare un difensore d’élite, ho due fantastici esempi a farmi da mentore. In spogliatoio Kawhi è più presente di quello che possa apparire dall’esterno. Nonostante l’infortunio che lo ha tenuto fuori per tutta la stagione, è stato un leader vocale per noi. È bello poter contare su di lui e poter crescere sotto la sua ala”.
![Terance Mann Kawhi Leonars Los Angeles Clippers 2021 [The SportsRush]](https://www.overtimebasket.com/wp-content/uploads/2022/06/terance-mann-kawhi-leonars-los-angeles-clippers-2021-1024x538.jpg)
Poi Terance ha parlato di sé, del suo gioco e di come intende sfruttare l’offseason per continuare a migliorarsi.
“Voglio lavorare soprattutto sul tiro da 3 punti, per diventare sempre più affidabile. In generale devo sviluppare meglio le mie doti di attaccante, voglio aggiungere al mio gioco più soluzioni per segnare e rendermi una minaccia attaccando dal palleggio.
In campo mi piace essere sempre aggressivo, senza subire il momento della partita. Voglio essere leader nel mio piccolo, portando un boost di energia alla squadra. Fuori dal campo invece sono un tipo molto easy, rilassato e simpatico. Sono cresciuto con diversi idoli ai quali mi sono ispirato: amo Allen Iverson e Kobe Bryant in particolare… Ma anche diverse persone meno celebri, conosciute dove sono cresciuto, in Massachussetts, sono state d’ispirazione per me”.
Una fiducia tremenda nei propri mezzi e nei suoi compagni, senza dimenticare da dov’è partito.
Questo è ciò che più di tutto emerge dalle parole e dallo sguardo di Terance Mann. L’expoit di ormai un anno fa in Gara 6 non gli ha dato alla testa: ha solamente alzato l’asticella, per se stesso e la franchigia. Quello è il livello da raggiungere di nuovo, già dalla prossima stagione: Conference Finals, per poi magari giocarsi quelle NBA.
Vi portà sembrare fin troppo ambizioso, ma fareste bene a non scommettere contro T-Mann. Gli Utah Jazz ne han già fatto le spese per primi. E a giudicare dalla sua self-confidence, non saranno certo gli unici.