Shai-Gilgeous-Alexander
Shai Gilgeous-Alexander - Photo by Mitchell Leff/Getty Images

Xs&Os: la pallacanestro di Shai Gilgeous Alexander

I Thunder la loro superstar Shai Gilgeous-Alexander stanno imparando a cambiare l'approccio offensivo ad ogni partita a seconda delle difese avversarie.

La decisa esplosione di Shai Gilgeous-Alexander ha seguito una traiettoria singolare per i tempi moderni in cui si inserisce. Se un ampio numero di giocatori ha infatti spostato la selezione di tiri verso l’arco da tre punti, la stella canadese degli Oklahoma City Thunder ha concentrato ogni attenzione sull’area interna al perimetro.

In questa stagione infatti la frequenza percentuale dei tiri da tre punti di Shai è del 10%, in netto calo rispetto al 24% della precedente: soltanto Ish Smith e Ben Simmons registrano dati inferiori. Un volume differenziale redistribuito tra Long Midrange (area dalla linea del tiro libero all’arco da tre punti, da 8% a 16%), Short Midrange (tiri oltre i 1.2 metri da canestro ed entro la distanza del tiro libero, da 33% a 35%) e nei pressi del ferro (da 34% a 39%). La Heat Map della stella di OKC (shotchart che evidenzia le preferite location di provenienza) ricorda un’epoca non troppo distante ma quasi fuori moda. E soprattutto mostra un giocatore in evidente controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza dei pari ruolo.

L’unicità di Shai Gilgeous-Alexander

Pur esistendo tiri qualitativamente e quantitativamente più redditizi, è sempre importante sottolineare che essere efficaci in aree di minor efficienza rispetto ad altre non deve significare totale preclusione rispetto al tiro da tre. Per quanto è certo che Shai Gilgeous-Alexander aumenterà il volume di tiri da oltre l’arco con il trascorrere delle stagioni, questa attuale fisionomia è fondamentale nel percorso di maturità tecnica per costruire un attacco a più livelli, oltre che in termini di responsabilità offensiva come go-to-guy della franchigia. Per ora abbiamo davanti la stagione più produttiva ed efficiente nella carriera del numero 2, che combina il 34.5% di usage (quanti possessi offensivi di una squadra un singolo giocatore utilizza concludendo con un tiro, inclusi tiri liberi, palle perse o assist) e 125.9 punti su cento tentativi dal campo.

Analisi tattica: Shai Gilgeous-Alexander

Con poco ricorso al tiro da tre , considerando che il gioco tanto è più vicino a canestro quanto tende a essere contestato dalla difesa, Shai Gilgeous-Alexander sta dimostrando consapevolezza e preparazione offensiva da vera stella. Quel gioco interno che può sembrare monotematico è in realtà un mix di situazioni di costante adattamento e ricerca della miglior soluzione per creare vantaggio per sé e per i compagni. Anche all’interno di una singola gara, come quella vinta contro i Brooklyn Nets dove l’imperativo tattico difensivo di Vaughn è stato quello di concentrare tutte le attenzioni sulle penetrazioni di Shai (24.2 a partita, secondo Ja Morant a 21.1). La serie di clip mostrerà come in varie situazioni si è cercato, con più o meno efficacia, di contrastare la scelta della difesa dei Nets di chiudere il pitturato. L’indicazione fondamentale in questo genere di analisi è non considerare queste scelte come un modus operandi generale. Quanto fatto dai Brooklyn Nets può essere completamente diverso da ciò che un’altra squadra potrebbe decidere (i Milwaukee Bucks opterebbero per altro ad esempio). Talvolta è una questione di personale a disposizione.

I Brooklyn Nets hanno riempito di presenza fisica le penetrazioni di Shai Gilgeous-Alexander, in maniera anche ragionata perché gli aiuti provenivano da diverse zone di campo. Nel primo possesso mostrato, Bridges è in anticipo aperto (quando il difensore non sulla palla è rivolto verso il palleggiatore per ostacolare la linea a canestro), Johnson (low man, o ultimo uomo della linea difensiva, spesso proveniente dall’angolo del lato debole) e già in posizione nei pressi del ferro e un aiuto arriva persino da O’Neale dall’angolo su lato forte. Nella seconda clip, le maglie dei giocatori dei Nets attorno a Shai sono persino cinque. I Nets hanno spesso mantenuto almeno una presenza preventiva al ferro, o mandato un aiuto all’ultimo quando il difensore sulla palla era Bridges (clip 4). Shai Gilgeous-Alexander ha risposto in maniera controllata trovando linee di passaggio per costruire buoni tiri, chiudendo con 12 potential assist (passaggi non convertiti in assist quando i tiri vengono presi entro due secondi dalla ricezione o due palleggi). Con l’aumentare della qualità nei tiratori da tre punti dei Thunder, sarà interessante vedere come aggiusteranno le difese avversarie le proprie scelte.

Come prima contromossa, Shai Gilgeous-Alexander ha optato per attaccare nei primi secondi, quando la difesa è meno preparata per organizzare gli aiuti e le successive rotazioni. Rispetto alle clip precedenti, subito emerge la differenza in termini di spazio e concentrazione nel pitturato, così da cercare di mantenere il single coverage e una più comoda linea di penetrazione. Nel secondo possesso in video, i Thunder hanno utilizzato un Ghost screen (blocco cieco con movimento ad aprire sul perimetro) per confondere la difesa che non comunica riguardo un eventuale cambio.

La parte più importante per risolvere queste situazioni è adattarsi a ciò che viene concesso e trovare delle collaborazioni offensive. Se Shai Gilgeous-Alexander crea vantaggio battendo il suo difensore e attirando uno o più aiuti, il movimento dei compagni è necessario per mantenere e concretizzare. Contro i Brooklyn Nets, l’attaccante il cui difensore ha spostato la sua attenzione su Shai ha saputo sfruttare lo spazio per un taglio. Nella prima clip, innanzitutto il lato è occupato soltanto da Giddey, il cui movimento non può essere ostacolato se non con un recupero da lato debole. Finney-Smith va in aiuto nei pressi della linea del tiro libero (in gergo si dice help at the nail) e viene superato da un ottimo taglio dietro la schiena (o backdoor). Nella seconda clip, Shai Gilgeous-Alexander attira l’aiuto da Dinwiddie (low man da angolo lato debole), ed è molto abile ad assorbire il contatto e mantenere lo sguardo alto per servire il taglio di Dort. Questo aspetto è generalmente utilizzato, ossia mettere un giocatore in angolo pur non essendo una primaria minaccia offensiva da tre punti, ma sfruttare il movimento senza palla, in quanto il difensore in quella zona di campo è quello che deve ruotare più frequentemente, lasciando il suo marcatore aperto.

L’abilità di Shai Gilgeous-Alexander dal palleggio permette di saper leggere il minimo vantaggio per battere il suo difensore. In questa clip manipola la scelta dei Nets di non concedere il cambio con Cam Thomas, che va in show (quando il difensore del bloccante sale sopra la linea del blocco verso il palleggiatore per permettere il recupero). Il blocco è piatto (o Flat screen, quando viene portato con la schiena verso la linea di fondo), c’è un esatto momento in cui Thomas è sulla linea di scivolamento di O’Neale, Shai riconosce il vantaggio e cambia velocità per penetrare.

Il Flat screen è stato più volte messo in campo dai Thunder come ulteriore modo per dare a Shai Gilgeous-Alexander più libertà. Questo tipo di blocco non ha una direzione precisa, quindi il palleggiatore può scegliere dove partire. In entrambe le clip, il bloccante poi si sposta verso sinistra, con differenti risultati. Nel primo possesso attira a sé il suo difensore (Dinwiddie subito in show) e Shai rifiuta il blocco e sprinta a canestro. Successivamente, la difesa è pronta a prendere la point guard a destra, ma usando un tiratore come bloccante che si apre sul perimetro (pop out) agevola uno scarico per un tiro di qualità.

Un’area tecnica offensiva in cui Shai Gilgeous-Alexander sta acquisendo sempre più confidenza è l’uso del midrange dal palleggio, fondamentale per battere il contenimento sulle penetrazioni e il carico di aiuti presso il ferro. Nelle prime due clip, la difesa dei Nets va in aiuto e recupero (o stunt and recover, degli scivolamenti verso il palleggiatore senza raddoppiare, Harris in clip 1, Dinwiddie e Claxton in clip 2). Shai è molto abile a creare separazione per concludere. Dallo Short Midrange ha migliorato la percentuale realizzativa dal 45% al 47%. È sicuramente un tiro a più bassa percentuale attesa rispetto al ferro, ma cambia nuovamente le dinamiche.

Un’ulteriore scelta per vedere le reazioni difensive dei Nets è stato mettere Shai Gilgeous-Alexander in post. In stagione, è terzo tra guardie per possessi a partita (1.6). Concettualmente, c’è una differenza sostanziale tra i due possessi. Nel primo, al momento della presa di posizione, c’è più staticità intorno e questo agevola l’arrivo del raddoppio, pur ben gestito con blocco di contenimento per lo scarico. Al contrario, nel secondo tempo, non appena Shai riceve in post, parte una Split Action (blocco alto rivolto verso la linea laterale, tipica degli Warriors). In questo modo, Curry e Finney-Smith sono coinvolti attivamente e optano per il cambio. Nel mentre, Shai è in grado di attaccare in uno contro uno.

Infine, i Thunder sono stati creativi nel mettere tutti i giocatori in movimento per attivare la difesa su più fronti. Qui un gioco che si può denominare 21 Decoy Stagger. 21 è un termine scelto per descrivere uno scambio tra guardie (ruoli 2 e 1) in ala, mentre le Decoy sono delle azioni attuate per confondere la difesa e creare separazione da altro che accade contemporaneamente, e lo Stagger screen è un doppio blocco portato da due giocatori per l’uscita di un tiratore. In questo possesso, handoff in ala tra Giddey e Shai, a cui segue uno Stagger per Joe. Vedere come Dinwiddie e Claxton sono coinvolti con lo sguardo su ciò che accade, così Shai attacca sul lato forte lontano dall’azione. In questo modo, hanno ritardato l’aiuto al ferro, mentre Bridges può soltanto aiutare passivamente senza staccarsi dal suo marcatore.

Lo stile di Shai Gilgeous-Alexander è differente in quanto, soprattutto da quando è ai Thunder con un ruolo decisamente centrale nell’attacco, l’esterno canadese ha investito prima di tutto sulla costruzione di un gioco interno, che col tempo andrà progressivamente a espandersi. Per le point guard, talvolta di taglia inferiore per giocare vicino a canestro e assorbire contatti, può risultare più lineare costruire prima un tiro da tre punti e dal palleggio eccellente per costringere la difesa a marcare da più vicino e sfruttare questo per avvicinarsi a canestro e creare per sé e per i compagni. Non esiste una regola fissa. Nella lega, soltanto Doncic, Giannis ed Embiid hanno tentato più tiri liberi di Shai, non proprio giocatori delle sue stesse dimensioni. La gara contro i Brooklyn Nets è stata la dodicesima in stagione da 30 o più punti con 1 o meno tentativi da tre punti, qualcosa che per una point guard o shooting guard non accadeva dal 2006/07 (Dwyane Wade). La stella dei Thunder potrà infine diventare la prima guardia a chiudere una singola stagione con 30.0 o più punti con 3.0 tentativi da tre punti a partita da Michael Jordan nel 1992/93 (le medie di Shai: 31.3 PTI, 2.5 3PA). Per avere un gioco “solo” interno come spesso etichettato in modo superficiale da molti, SGA è già uno spettacolo.

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