germania-2023-fiba-world-cup-mondiale
Weltmeister (2023 FIBA World Cup)

Le indicazioni che ci ha lasciato il Mondiale 2023

A poco più di una settimana dalla fine del Mondiale 2023, un bilancio a 360° sul torneo iridato tra note liete, fiaschi clamorosi e sensazioni che le due settimane spese tra Manila, Okinawa e Giacarta ci hanno lasciato.

A poco più di una settimana dalla fine del Mondiale 2023, un bilancio a 360° sulle principali sensazioni che ci ha lasciato il torneo iridato.

Go big to win

Partiamo dalla fine. La Germania – per la prima volta nella sua storia – è diventata campione del mondo. Un torneo semplicemente impeccabile, quello della selezione allenata dal canadese Gordie Herbert, che dopo una prima e seconda fase dominata – solo contro l’Australia qualche grattacapo – ha saputo vincere pur soffrendo contro una fantastica Lettonia ai quarti, battere con merito gli USA in una semifinale strepitosa, per poi piegare la Serbia nella partita decisiva. Percorso netto, dunque, per la Mannschaft.

Tra le cose più interessanti che ci ha fatto vedere la nazionale tedesca, sicuramente l’utilizzo del “quintettone” con Franz Wagner (2,08 m) e Isaac Bonga (2,03 m) da esterni insieme a Dennis Schröder, con Johannes Voigtmann (2,11 m) o Thiemann (2,06 m) in ala forte e Daniel Theis (2,03 m) o Moe Wagner (2,11 m) da centro. Specialmente in semifinale e in finale, questo assetto tattico è stato determinante per proteggere il ferro, oscurare linee di passaggio e occupare spazio nella metà campo difensiva, per poi sfruttare mismatch in attacco e fare il vuoto a rimbalzo offensivo.

I corpi lunghi ma estremamente mobili di Franz Wagner e Bonga in particolare, hanno fatto la differenza in attacco e in difesa: il primo è stato un mismatch costante, mentre il secondo ha per lunghi tratti tolto dal gioco bocche di fuoco di livello NBA come Edwards e Bogdanovic, senza dimenticare alcuni aiuti difensivi cruciali.

In sostanza, i neo campioni del mondo ci hanno detto che lo small ball andrà anche di moda, ma non è l’unica soluzione. Un plauso a coach Herbert, capace di sfruttare al meglio le catatteristiche dei suoi giocatori. Compreso un Andreas Obst che non avevamo mai visto così ben inserito ad alto livello.

andreas-obst-germania-2023-fiba-world-cup-mondiale
Il torneo di tutta una carriera per Andreas Obst (2023 FIBA World Cup)

Piccoli al potere al Mondiale 2023

Dopo essere partiti dalla fine, riavvolgiamo il nastro e torniamo alla primissima partita del Mondiale. Italia-Angola, ve la ricordate? Una prova non brillante degli Azzurri, comunque capaci di battere la selezione africana guidata dal giocatore totem Bruno Fernando… e dall’estro del funambolico Childe Dundao, miglior marcatore del match dall’alto dei suoi 167 cm. Il numero 5 dell’Angola è stato solo il primo di diversi playmaker undersized capaci di fare faville nella competizione, chiudendo il torneo a 14 punti e 5,2 assist di media a gara. La lista si è poi allungata.

Nello straordinario Mondiale giocato dal Sud Sudan, ha brillato il talento del naturalizzato Carlik Jones. Il giocatore dei Chicago Bulls (1,83 m) ha saputo essere leader mettendo in ritmo i compagni e se stesso con letture perfette svolte coi tempi giusti. Ha iniziato il Mondiale con 35 punti e 11 assist nella sconfitta al supplementare contro Porto Rico. Ha poi sfiorato quella che sarebbe stata una storica tripla doppia contro le Filippine (17 punti, 14 assist, 9 rimbalzi).

Ma parlando più in generale, ha concluso il torneo all’ottavo posto nella classifica marcatori (20,4 punti di media) e al primo tra gli assistman (10.4). Dr. Jones è stato semplicemente chirurgico, l’uomo che ha realmente trascinato il Sud Sudan di coach Royal Ivey e Luol Deng alla qualificazione diretta alle prossime Olimpiadi. Il momento più toccante del Mondiale, senza dubbio.

Si è qualificato direttamente a Parigi 2024 anche il Giappone, che ha avuto come giocatore cardine un altro naturalizzato come Joshua Hawkinson. Ma la nostra attenzione si concentra sull’estro del piccolo samurai Yuki Kawamura (1,72 m), in doppia cifra in tutte le tre vittorie ottenute dai suoi. Il numero 5 dei nipponici ha fatturato 13.6 punti e 7.6 assist ad allacciata di scarpe, risultando decisivo specialmente nel successo sulla Finlandia con 25 punti e 9 passaggi vincenti.

Ha fatto anche meglio il brasiliano Yago Dos Santos, complice il terribile infortunio occorso a Raul Neto. Il nuovo giocatore della Stella Rossa, 178 cm d’altezza, ha fatto registrare medie da 14.8 punti e 7.2 assist, toccando l’apice contro la Costa d’Avorio (24+12). Dotato di un primo passo mortifero e di istinti velenosi, non ha fatto sentire la mancanza del suo esperto compagno di reparto. Da sottolineare le percentuali al tiro: 54% da 2 punti, 45% da 3 e 89% ai liberi. Yoga bonito, il numero 2 verdeoro.

Sono meno piccoli di statura rispetto ai già citati pari ruolo, ma tra i protagonisti assoluti del Mondiale non mancano Dennis Schröder e Arturs Zagars. Il primo è stato eletto MVP del torneo, mentre il secondo è il nostro MVP morale. Peraltro, Zagars ha riscritto il nuovo record di assist in un match dei Mondiali (17). Sinceramente non vediamo l’ora di vederlo all’opera in una squadra di Eurolega. A tal proposito, ha recentemente firmato un triennale con il Fenerbahce e giocherà in prestito al BC Wolves nella prossima EuroCup. Well deserved.

carlik-jones-sud-sudan-2023-fiba-world-cup-mondiale
Ad un rimbalzo dalla storia (2023 FIBA World Cup)

Passaggi di consegne

Finora tante note di merito, ma è doveroso parlare anche di chi non ha fatto bella figura, per usare un eufemismo. La Francia partiva come candidata a una delle tre medaglie a inizio mondiale, forte dei due recenti argenti alle Olimpiadi e all’Europeo. E invece i Bleus sono stati eliminati dopo sole due gare dalla parte alta del torneo: -30 contro il Canada e 88-86 con la Lettonia. Inammissibile per una selezione composta esclusivamente da giocatori NBA e di Eurolega. Va detto che con Vincent Collet in panchina la Francia è sempre stata competitiva fino a questo sfortunato Mondiale. Ma dopo una tale debacle, probabilmente, serve aprire un nuovo ciclo tecnico.

L’Olimpiade in casa del prossimo anno costituisce un’immediata occasione di rivalsa per i francesi. Victor Wembanyama e Joel Embiid potrebbero inoltre aiutare i transalpini a lottare per l’oro, ma da soli potrebbero non bastare. La sensazione è che a livello di spogliatoio vada trovato un nuovo equilibrio. Nic Batum e soprattutto Rudy Gobert sapranno accettare un nuovo ruolo, magari anche da riserve di lusso?

Quello che per certi versi hanno fatto Sergio Llull, Victor Claver e Rudy Fernandez (ma anche el Chacho Rodriguez fino a qualche anno fa) per la Spagna. La nazionale allenata da Don Sergio Scariolo non è riuscita – per la prima volta dal 2000 – ad arrivare tra le prime otto di un Mondiale, Olimpiade o Europeo. Nonostante ciò, le Furie Rosse hanno già iniziato a ricostruire. Sotto canestro i fratelli Hernangomez, Aldama e Garuba offrono garanzie, mentre sugli esterni – oltre a Diaz e Brizuela – c’è Juan Nunez. A 19 anni, Scariolo gli ha già dato in mano le chiavi della nazionale e il ragazzo ha confermato una notevole personalità.

juancho-hernangomez-juan-nunez-spagna-2023-fiba-world-cup-mondiale
Da Juancho a Juan (2023 FIBA World Cup)

From 0 to Hero: il Mondiale di Dillon Brooks

La conclamata sportività del pubblico filippino e indonesiano è stata messa a dura prova solamente da un uomo. Il cattivo, personaggio che lui stesso dice di voler interpretare, con ottimi risultati evidentemente… Dillon Brooks ha iniziato il Mondiale sommerso dai fischi ogni qual volta il pallone giungeva tra le sue mani. L’unico atleta che nell’intera competizione è stato sistematicamente fischiato, è stato tuttavia capace di far ricredere molti suoi haters. Perché se il Canada è salito per la prima volta sul podio mondiale il merito è soprattutto del nuovo giocatore degli Houston Rockets.

Non manca certo qualche rimpianto in casa Canada, specialmente per la semifinale persa contro la Serbia. Ma la finale terzo/quarto posto ha comunque portato i canadesi al bronzo, oltre alla soddisfazione di aver battuto Team USA. Ciò non sarebbe stato possibile senza i 39 punti messi a segno da Brooks contro i rivali nordamericani. Una prestazione davvero sontuosa da parte di un mastino difensivo che ha saputo mettersi in mostra anche in attacco. Oltre 15 punti di media nel torneo, tirando con un ottimo 60% da 2 e un fantascentifico 59% dall’arco, fondamentale in cui ha spesso faticato venendo battezzato dalle difese avversarie in NBA.

Nel finale della partita contro gli Stati Uniti, i tifosi filippini hanno intonato il coro “MVP! MVP!” non all’indirizzo di SGA, ma di Brooks. Dai fischi agli applausi: Brooks ha giocato un gran bel Mondiale. E come al solito, ha dato spettacolo anche fuori dal campo. The Villain’s redemption.

dillon-brooks-canada-2023-fiba-world-cup-mondiale
The Villain (2023 FIBA World Cup)

Attaccamento

È stato un Mondiale che ha premiato il forte sentimento patriottico che ha unito molte selezioni. Specialmente europee, anche perché in alcune nazioni del Vecchio Continente si vive la pallacanestro come una sorta di religione. Parliamo naturalmente di Serbia e Lituania, due paesi di grande tradizione cestistica ai massimi livelli. Ma a questi è doveroso aggiungere la Lettonia, autrice di un Mondiale da 10 in pagella.

La nazionale baltica ha compiuto un autentico miracolo sportivo: quinto posto al primo Mondiale della sua storia, eliminando Francia e indirettamente anche Spagna, vincendo di 20 contro il Brasile e di 35 (!) contro i più quotati cugini lituani. Tutto questo senza la stella Kristaps Porzingis, che ha tuttavia deciso di seguire la squadra da vicino. Cosa che han fatto migliaia di tifosi lettoni, sempre in maggioranza rispetto alle altre nazionali.

E al ritorno in patria, a Riga, i ragazzi di Luca Banchi – ormai una leggenda in Lettonia – sono stati accolti in maniera trionfale da una folla sterminata. Tutto bellissimo. E chissà cosa sarebbe potuto succedere se quella tripla di Davis Bertans fosse entrata… L’unico momento in cui la Germania ha rischiato realmente di perdere.

david-bertans-lettonia-2023-fiba-world-cup-mondiale
Impresa lettone (2023 FIBA World Cup)

La Lituania, che ha concluso al sesto posto il Mondiale, è stata perfetta nelle prime cinque gare. La quinta contro gli USA, in particolare, è stata il manifesto del motto heart over talent. Il maggior desiderio di fare bene dei lituani ha prevalso sullo supponenza statunitense, cosa che ha poi portato Valanciunas e compagni ad arrivare troppo scarichi emotivamente al quarto di finale contro la Serbia.

Anche i balcanici sono stati premiati dagli dèi del basket per la voglia di vincere e onorare la maglia messa in campo. L’ennesimo passo falso contro l’Italia poteva costare caro agli uomini di coach Svetislav Pesic, che invece hanno reagito con carattere, raggiungendo un’insperata finale. Senza Jokic, Micic, Lucic, Kalinic e altri ottimi giocatori di Eurolega, va ricordato… Ci sbilanciamo: a Parigi 2024 la Serbia farà sul serio.

(World) Champions of what?

Ha fatto molto discutere la conferenza stampa di Noah Lyles, campione del mondo nei 100 e 200 metri proprio quest’estate. Il velocista statunitense ha criticato la mentalità di chi vince un titolo NBA e si autoproclama campione del mondo, perché la NBA è oggettivamente la miglior lega di pallacanestro. Tuttavia, Team USA si presentava a questo Mondiale con un solo giocatore che può vantare la vittoria del titolo NBA, Bobby Portis. Tutti gli altri, al di sotto dei 27 anni di età, potevano sfruttare la partecipazione al Mondiale per rinforzare il loro status in NBA. Ma l’atteggiamento degli americani ha portato al secondo fallimento consecutivo della selezione a stelle e strisce in un Mondiale.

Al di là dell’aver mancato ancora una volta non solo l’oro, ma addirittura il podio, di Team USA ha dato fastidio l’indisponenza di molti suoi interpreti. Brandon Ingram su tutti, ma anche Jaren Jackson Jr. e Jalen Brunson escono fortemente ridimensionati da questo Mondiale. Jackson in particolare è stato impalpabile sotto canestro, cosa strana per il miglior difensore dell’anno in NBA… Anche da Haliburton ci si aspettava di più, mentre Banchero dopo un buon inizio di Mondiale si è un po’ perso. Gli unici a salvarsi? Anthony Edwards, Austin Reaves e Mikal Bridges, che sono sempre scesi in campo con le giuste motivazioni.

Proprio nelle motivazioni stanno i guai da risolvere per Steve Kerr e il suo prestigioso coaching staff. Se giocatori che ancora non hanno vinto nulla in NBA affrontano un Mondiale con così tanta superficialità, il problema è culturale. E a confermarcelo sono state le risposte degli stessi atleti NBA alle parole di Lyles. Ma la realtà racconta che Team USA non ha portato a casa nulla neanche quest’anno. Perchè la fame di vincere ad alti livelli è poco allenabile: bisogna coltivarla dentro di sè. Edwards, Reaves e Bridges hanno provato a farlo, nel loro piccolo anche Hart e Portis… Ma gli altri? Champions of what? Campioni di un bel tubo, per non dire altro, ad oggi.

tyrese-haliburton-usa-2023-fiba-world-cup-mondiale
Disappointment (2023 FIBA World Cup)

Il Black Mamba mancino

Abbiamo parlato di mentalità vincente… Come esempio sublime in merito, Team USA dovrebbe guardare a Kobe Bryant. Uno che con Team USA ha giocato eccome e sempre forte. Infatti, il Black Mamba ha vinto tutte le 36 partite disputate con la canotta degli States. Va detto che sia nel 2008 sia nel 2012 gli USA misero insieme due Dream Team, ma vincere – lo abbiamo visto – non è mai scontato. E Kobe ha sempre dato l’esempio di cosa sia necessario fare per avere successo, spingendo l’asticella sempre più in alto per se stesso e – di conseguenza – per i compagni.

Un giocatore su tutti ha incarnato al meglio la Mamba Mentality durante il Mondiale. Tanto da sembrarne quasi il sosia, sia nel look che nello stile di gioco. Parliamo di Rondae Hollis-Jefferson, vecchia conoscenza della NBA, tornato su palcoscenici importanti giocando il Mondiale per la Giordania. Un Mondiale sfortunato per la squadra asiatica, che ha combattuto con tutte le sue forze nel girone, sfiorando il successo contro la Nuova Zelanda, poi vincente ai supplementari. In quella partita, 44 minuti in campo per RHJ – di gran lunga il giocatore più utilizzato del torneo (38.6 minuti di media) e 39 punti a referto.

Un torneo sopra le righe dunque da parte dell’ex Raptors e Nets, che oggi gioca in Porto Rico. Essere stato il go to guy della Giordania ha certamente aiutato a renderlo il sesto miglior marcatore del torneo. Ma di Hollis-Jefferson ci ha stupito la voglia di dare tutto, tanto da finire ogni partita stremato. Proprio quello che è mancato a Team USA, di cui abbiamo parlato sopra. Vista la grande somiglianza con Kobe, Hollis-Jefferson ha rivelato che lo stesso Bryant anni fa gli disse: “Fall in love with the elbow”. Tradotto: “continua a lavorare sul tuo tiro dal gomito”. E Rondae ci ha lavorato, venendo ribattezzato The left-handed Mamba. Solo applausi per lui.

rondae-hollis-jefferson-giordania-2023-fiba-world-cup-mondiale
Kobe per Jordan (2023 FIBA World Cup)

Shai vs Luka: chi ha fatto meglio al Mondiale?

I due giocatori più attesi del Mondiale – senza considerare Team USA – erano indubbiamente Luka Doncic e Shai Gilgeous-Alexander. Ci si aspettava grandi cose da entrambi e si può dire che tutto sommato non siamo stati delusi. Anzi, c’è anche stato uno scontro diretto tra i due nel quarto di finale tra Slovenia e Canada.

I due hanno giocato lo stesso numero di partite (8) e hanno la stessa media di utilizzo (32 minuti). Doncic ha segnato più della guardia di OKC (27 punti contro 24.5) e anche a rimbalzo è andato meglio (7.1 contro 6.4). Negli assist invece leggermente meglio Shai (6.4 contro 6.1), che ha segnato il vero divario con le palle perse: Luka ha perso 4.3 palloni a partita contro l’1.4 di SGA, che vanta addirittura più recuperi (1.6) che perse. Anche a livello di scelte di tiro Shai ha fatto meglio: strepitoso il 63% da 2, contro il 53% di Doncic. Lo sloveno fa leggermente meglio da 3 punti con il 32,4% (Shai 30%) pur tendando circa 9 triple a partita, ben oltre il doppio del canadese.

Ma al di là delle statistiche, Gilgeous-Alexander ha convinto più di Doncic. Shai ha brillato di luce propria e di riflesso ha fatto brillare anche i compagni, attirando attenzioni senza però accentrare il gioco su se stesso. Certo, il Canada può permettersi di affidarsi a più fonti d’attacco rispetto alla Slovenia, ma l’impressione è che Doncic possa fare molto meglio in termini di shoot selection. Inoltre, la vena emotiva focosa dello sloveno ogni tanto lo porta a uscire dalla partita, mentre SGA non è mai stato scalfito da fattori esterni come difese ruvide e fischi arbitrali a sfavore. Il numero 2 del Canada è stato glaciale anche nel finale del decisivo scontro diretto con la Spagna. Unico neo, la semifinale contro la Serbia, brava a non farlo mai entrare in controllo della partita.

luka-doncic-shai-gilgeous-alexander-slovenia-canada-2023-fiba-world-cup-mondiale
Shai e Luka dopo la battaglia (2023 FIBA World Cup)

L’Italia dal Mondiale al PreOlimpico

Infine, tiriamo le somme sul Mondiale dell’Italia e sulle prospettive che interessano la nazionale di coach Pozzecco. Gli Azzurri hanno raggiunto l’obiettivo minimo – la qualificazione al PreOlimpico – nonostante la sconfitta contro la Repubblica Dominicana nel girone. Gli Azzurri, dopo una partenza di Mondiale contratta, si sono scossi arrivando a esprimere la loro miglior pallacanestro nella seconda fase. La straordinaria rimonta contro la Serbia e la gran vittoria sul Porto Rico hanno garantito all’Italia un posto tra le prime otto al mondo. Traguardo tutt’altro che scontato, guastato da un quarto di finale contro gli Stati Uniti francamente da dimenticare. Giocarsi la semifinale non era utopia, ma l’ottavo posto rispecchia più realisticamente le dimensioni del movimento basket italiano nel panorama internazionale.

A livello individuale, ottimi segnali da parte di Tonut, per lunghi tratti il più brillante. A una nazionale a cui mancano giocatori in grado di creare vantaggi in 1vs1, il primo passo di Tonno è manna dal cielo. Fontecchio ancora una volta ha assunto le responsabilità più pesanti in attacco e più che dirgli grazie non si può. Spissu ha fatto canestro a corrente alternata da fuori, stesso discorso per Datome… Ma al di là del fare o no canestro, è mancato attacco. E non perché Polonara ha giocando un Mondiale gravemente insufficiente. Sono mancate alternative di gioco. Alternative che non fossero tiro al bersaglio da 3 punti o “diamo palla a Simo e preghiamo faccia canestro”.

Melli è un glue guy straordinario e il pilastro della difesa, coadiuvato dal sempre prezioso Pajola e da un Pippo Ricci ormai garanzia di solidità totale. Ma non si tratta cerco di attaccanti principi: Melli è un ottimo passatore dal post alto, ma raramente sono stati eseguiti movimenti senza palla per servire i taglianti in area. Si è spinto poco anche in transizione, che dovrebbe essere un punto di forza per una Nazionale da tempo carente di lunghi di alto livello, tanto da adattare dei 4 come Melli e Ricci da pivot.

nicolò-melli-gigi-datome-italia-2023-fiba-world-cup-mondiale
Cominciamo? (2023 FIBA World Cup)

La proposta di gioco di questa Nazionale deve migliorare a prescindere dagli arcinoti problemi strutturali. La Lettonia ha fatto un clinic di gioco di squadra in questo Mondiale, senza avere fenomeni a roster. L’Italia muove bene la palla, ma off the ball mancano spesso movimenti efficaci volti a rubare punti facili. Non è un caso che contro avversarie atletiche come l’Angola, gli Azzurri abbiano fatto più fatica a battere la prima linea di difesa e a creare vantaggi. In tal senso, gli istinti di Spagnolo e gambe fresche come quelle di Mannion e Procida devono essere messe fin da subito al centro del progetto Azzurro. Anche a costo di non ottenere risultati immediati.

Provare a cambiare le gerarchie in cabina di regia, utilizzando Spissu da specialista quando serve aprire il campo, sembra essere un primo passo necessario. L’Italia ha bisogno di far crescere i suoi ragazzi classe 2001, 2002 e 2003, che quest’anno potranno partecipare anche all’Eurolega – Mannion con il Baskonia, Spagnolo e Procida con l’Alba Berlino.
La speranza è che il 2024 sia l’anno della consacrazione per tutti loro. E magari anche per Momo Diouf e Willie Caruso, anche perché Melli – anche se gioca ancora con l’energia di un ventenne – è prossimo ai 33 anni.

Salamat, Gilas

All’ingresso della Philippine Arena, il 25 agosto, ad ogni media accreditato veniva distribuito un quotidiano. Su quel giornale, ogni singolo spazio, anche il più remoto, quello che ti si piega quando lo metti sotto braccio per comodità, era intriso di pallacanestro. Se Okinawa e Giacarta hanno risposto presente in termini di pubblico sugli spalti, in maniera massiccia se consideriamo rispettivamente i padroni di casa e la Lettonia di Luca Banchi, Manila non è stata da meno.

Quel 25 agosto è l’emblema della passione che questo popolo – educatissimo, sempre pronto ad un gesto cordiale nei confronti del prossimo – vive nei confronti della pallacanestro, che nelle Filippine è vista sostanzialmente come una religione. La visita di Gigi Datome alla vigilia della sua ultima partita da professionista al Tenement Court, dove ha insegnato per una mattina a tanti piccoli amanti dello sport alcuni trucchi del mestiere, lo dimostra.

Il record all-time di affluenza sugli spalti per una partita del Mondiale, arrivato proprio quel 25 agosto alla Philippine Arena per l’esordio degli idoli di casa contro la Repubblica Dominicana, con 38.115 spettatori in una cornice di pubblico meravigliosa, dimostra ancora di più, se necessario, quanto questa gente ami la pallacanestro. E quanto importante sia stato il contributo delle Filippine per un Mondiale che non verrà dimenticato. E quindi salamat, grazie.

filippine-repubblica-dominicana-2023-fiba-world-cup-mondiale
Cornice magnifica alla Philippine Arena (2023 FIBA World Cup)

Jenkins: "Grizzlies campioni NBA in tre anni, potete scommetterci"
Abbiamo intervistato Taylor Jenkins, coach dei Memphis Grizzlies, in occasione dell'evento Basketball...
Damjan Rudez, oltre il basket: "Studio in Bocconi dopo la NBA"
A 3 mesi esatti da Italia-Croazia, avversarie nel girone C di Eurobasket 2022, Overtime intervista l'ex...
Terance Mann: "I Clippers hanno la mia stessa voglia di rivalsa"
Abbiamo intervistato Terance Mann, guardia dei Los Angeles Clippers, in occasione dell'evento Basketball...

POTREBBERO INTERESSARTI

Guida al Mondiale FIBA 2023
Inizia il Mondiale 2023, bisogna essere preparati.
È già passato un anno
Nel giorno dell'invasione russa, la nazionale ucraina giocava una partita di qualificazione al Mondiale...
Sfidare l'Italia da italiano: Maurizio Buscaglia e la sua Olanda
Dal 2019, l'attuale allenatore di Napoli è il CT della Nazionale olandese: una scelta che gli sta portando...

Non perdere nemmeno una storia. Iscriviti alla nostra newsletter.

Overtime

Storie a spicchi

Non perdere nemmeno una storia. Iscriviti alla nostra newsletter.